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Big Data e consumismo tecnologico

Lasciate da parte il termine Big. Scoprirete che quello di cui avete bisogno non è l'infrastruttura rivoluzionaria, ma tutto cio che aderisce a una logica di valorizzazione del dato

Trasformazione Digitale
Dicono che per dare valore all’IT si debba innanzitutto avere la capacità di contestualizzare l’offerta rispetto all’ambiente in cui si dovrebbero introdurre tecnologie e soluzioni. Guardando al mercato italiano, e riconoscendo che esso è in gran parte costituito da piccole e medie imprese, come si dovrebbe declinare il fenomeno Big Data? Lasciate da parte il termine Big e ragionate sul termine Data. Scoprirete che quello di cui avere bisogno non è tanto vedere applicata e funzionante una logica Big Data, quanto piuttosto aderire a una logica Small Data. Avere la capacità, perseguibile innanzitutto attraverso un processo di conoscenza e analisi dell’esistente, del proprio ambiente di lavoro, del mercato di riferimento con l’obiettivo di trarre vantaggio dai dati che già oggi sono presenti nel contesto operativo. Avere la consapevolezza del valore dei dati in riferimento all’attività svolta è la prima e più importante azione da compiere. Che siate una piccola azienda o una grande azienda ha scarsa importanza: i dati sono una delle risorse più importanti e al contempo più sottovalutate e sottostimate  all’interno di una qualsiasi organizzazione, micro o macro che sia.
Per avere una visibilità del contesto in cui operate, avere informazioni, valori che rappresentino nella forma più semplice e semplificata possibile la vostra operatività e ipotesi di sviluppo non occorre ragionare in termini di Big Investement, come la retorica del Big Data potrebbe indurre a pensare. Investimenti in nuove infrastrutture, data base machine dedicate, appliances etc.? Non fate l’errore di sponsorizzare una tecnologia senza avere esattamente il senso di ciò che essa può realmente rappresentare in termini di vantaggi concreti, di razionalizzazione di costi e prospettive di adeguamento futuro.
Considerate che i vendor, in occasione di una nuova ondata tecnologica, hanno spesso pontificato sulla precarietà della condizione tecnologica riversando sugli utenti la responsabilità del danno… “le imprese hanno investito in tecnologia andando a stratificare mattoni su mattoni di stack tecnologico senza creare la possibilità di mettere a punto infrastrutture flessibili…. hanno creato l’informatica a silos.. “.  Scusate, ma chi ha contribuito a far sì che prendesse corpo un’IT di questo tipo? Vero che è responsabilità degli architetti nell’edificare una casa  tecnologica che possa essere gestita nel migliore dei modi. Siamo presenza di una corresponsabilità negli eventuali errori che si sono andati a commettere nella realizzazione ed evoluzione dei sistemi informativi.
Adesso si parla di cloud e di come finalmente esso potrebbe risolvere l’ennesima incongruenza tecnologica pregressa. E di come il Big Data potrebbe definitivamente aprire la porta a opportunità di valorizzazione e monetizzazione dei dati…. Tranquilli, tra qualche anno ci diranno che la prima fase del cloud ha contribuito soltanto a rendere più complessa la macchina amministrativa dell’IT, generando una mancanza di controllo e monitoraggio, un’assenza di governance. E si aprirà un nuovo fronte tecnologico destinato a risolvere le criticità del precedente. Il processo di modernizzazione dell’IT avverrà, quindi, cloud o non cloud, nelle stesse modalità in cui è avvenuto in passato. Tra errori, insuccessi e folgoranti progressi.
Big Data? Ragionate in termini di qualità e valore del dato. Non scoraggiatevi se il volume dei dati da trattare è di gran lunga inferiore a quello trattato da Google e dalle internet companies. Siete in buona compagnia. Sappiate che oggi esistono strumenti di business intelligence che senza andare a impattare in modo pesante sull’infrastruttura esistente possono garantirvi risultati del tutto all’altezza delle aspettative. La semplificazione e la capacità di presentare dati in modalità visuale, la capacità di fare del data discovery, facendo emergere verità nascoste, offrono opportunità di valorizzazione dei dati senza dover sconvolgere quanto sinora acquisito.
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