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La BI Self Service di Microsoft

Dare modo a tutti coloro che utilizzano Excel di analizzare dati da una molteplicità di sorgenti dati diverse, interne ed esterne, in una logica self service

Trasformazione Digitale
L’obiettivo di Microsoft è mettere a punto un sistema di self service per la Business Intelligence. “Portare le persone di ogni organizzazione – come affermato durante l’incontro al Teched di Madrid da Eron Kelly, general manager di SQL Server – più vicine al business, in modo che i processi decisionali e la conoscenza possano essere diffusi a un audience più ampio creando i presupposti per una maggiore efficienza e competitività aziendale”.
L’architettura dati che sta progressivamente prendendo forma in Microsoft darà modo a tutti coloro che oggi utilizzano Excel di estendere le potenzialità del foglio elettronico al trattamento e alla visualizzazione di dati da una molteplicità di sorgenti dati diverse, interne ed esterne, strutturate e non strutturate in una logica che appartiene al modello Big Data. Dati provenienti da sorgenti Hadoop, cui viene offerto supporto attraverso l’implementazione HDInsight, dati transazionali relazionali Sql Server, dati internet accessibili attraverso il marketplace Azure, social network e altre categorie dati multistrutturati possono essere esportate in Excel, attraverso Data Explorer, uno degli elementi fondanti la strategia self service BI di Microsoft.
Data Explorer è l’elemento di import-export dei dati, un vero data hub in grado di coordinare la movimentazione tra le varie sorgenti dati e assemblarli e renderli coerenti con il trattamento di analisi che potrà essere effettuato con Excel. Attività, quest’ultima che è stata potenziata con strumenti di visualizzazione come PowerView e PowerPivot così come con GeoFlow, soluzione che permette la visualizzazione tridimensionale (Vedi Data Explorer Video). “Data Explorer, afferma Eron Kelly, consente di trovare i dati e compiere le associazioni desiderate, realizzare lo script della query senza dovere avere nessuna particolare competenza in linguaggi di nuova generazione. Un vero self service in logica Web 2.0”.
Nello stesso tempo Microsoft potenzia la performance di SQL Server sia in ambito analitico che transazionale grazie alla disponibilità di un engine In-Memory. “Con SQL Management Studio è ora possibile – dice Kelly  - analizzare quali sono le tabelle di dati che potrebbero trarre maggiore vantaggio dall’essere elaborate attraverso la componente In-Memory. L’incremento di prestazioni può essere davvero di un ordine di grandezza molto importante. Un nostro cliente è per esempio riuscito a passare dal 15 mila a 250 mila transazioni al secondo”.
Il conglomerato software BI viene esteso al cloud. I clienti possono decidere se investire on premises o su Azure. “Quest’ultima è la piattaforma di riferimento soprattutto per startup e per organizzazioni che vogliono iniziare il deployment di nuove applicazioni. Ma è chiaro ormai che le competenze di un cloud provider devono prevedere la capacità di integrare ambienti on premises e cloud. Ed e’ questo l’obiettivo primario di Microsoft,” conclude Kelly.
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