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Oracle Database 12c, il database multitenant pronto per il cloud

Fulcro della nuova versione del database è la funzionalità multitenant che consente di avere più database ‘pluggable’ all’interno di un’unica istanza, portando a un livello di consolidamento più alto e a un migliore Roi. Di scena a Milano e Roma, il 9 e l'11 luglio.

Cloud
5 anni di sviluppo, 500 nuove funzionalità frutto di 2.500 anni uomo di sviluppo e 1,2 milioni di test:  sono i numeri di Oracle Database 12c, il database di nuova generazione di Oracle, che sulla tecnologia database fonda le proprie radici dal 1977. Oggi è tempo di una nuova era tecnologica.
“Non è un semplice annuncio di una nuova versione con l'aggiunta di nuove funzionalità ma di un un vero e proprio cambio di paradigma dell’information management che risponde alle sfide dell’era digitale”, introduce così la novità Fabio Spoletini, Technology Country Leader di Oracle Italia.
spoletini-1-.jpgL’ultimo decennio della tecnologia database Oracle ha vissuto numerose innovazioni a partire dal lancio delle versioni 8i e 9i, dove la lettera i sta a indicare Internet, con funzionalità per accelerare performance, disponibilità e sicurezza in ambienti Internet. L’evoluzione della 9i ha avuto come prodotto di punta il Real Application Cluster che ha anticipato un’altra versione importante, la 10g, dove g sta per grid, per fare girare Oracle database su un grid di risorse. Un passo che ha consentito di introdurre il concetto del grid su architetture low cost – Intel, Linux. La versione 11g ha rafforzato ulteriormente le capacità del database in ambito grid e successivamente nel 2009 è stato lanciato il sistema Exadata, che, pur non essendo un database in termini di programma ne è strettamente legato; è un hardware ingegnerizzato con la componente database per avere le massime performance in tutti gli ambienti, sia Oltp sia data warehouse, con la possibilità di gestirli contemporaneamente.
Oggi è tempo di Oracle database 12c, in cui la lettera c sta per cloud, proprio perché il database risponde alla sfida di gestire l’informazione in ambiente cloud computing.
Come spiega Spoletini sono tre le macroaree che hanno ispirato lo sviluppo della tecnologia, in primis il cloud computing. Oracle Database 12c, infatti, è un database per il cloud caratterizzato da flessibilità per sfruttare la capacità elaborativa, time-to-market più veloce per approvvigionare gli utenti, e, soprattutto, gestione semplificata degli ambienti database. Altro area indirizzata  è quello del Big Data, con volumi di dati che crescono in modo esponenziale e di conseguenza la necessità di avere programmi affidabili, sicuri e che sfruttino al meglio tutte le risorse e la capacità elaborativa per poterli gestire.
E poi quella dei sistemi ingegnerizzati, che, pur essendo disaccoppiati dal database che rimane multipiattaforma, sono progettati insieme al database, attraverso il layer di software Exadata Software che, grazie all’ingegnerizzazione, consente di avere caratteristiche uniche.
Oracle ha sviluppato la versione 12c proprio partendo da quelle che sono le priorità condivise con i clienti e da queste ha mappato le nuove feature della tecnologia database, quali: Database cloud e database as a service – da cui la funzionalità multitenant database; Database cloud management, come possibilità di gestire, fare provisining dell’intero ambiente da cui la funzionalità Enterprise Manager 12c (giunta alla terza versione) e Cloud Control; Big Data, Data Warehouse e Analytics – il fatto di poter sfruttuare al meglio le capacità di consolidare permette di gestire grossi volumi di dati...;  Storage optmization,  per questo Oracle ha introdotto motori intelligenti che permettono di analizzare in modo automatico i dati che sono più acceduti e quelli che lo sono meno e, di conseguenza, dare suggerimenti per spostare i dati meno acceduti in storage low cost in un’ottica di recupero delle risorse; High availability e Data protection - sono state introdotte funzionalità per l’ottimizzazione dei data center; Database security: “Più ci si muove in contesti di consolidamento e di cloud più la sicurezza diventa un elemento fondamentale.”
La caratteristica principale del database, spiegano Fabio Spoletini e Enrico Proserpio, Direttore Prevendita della BU Technology di Oracle Italia, è quella di essere multitentant, che significa  avere un’unica istanza su cui si innestano le varie base dati. Fino ad oggi per consolidare differenti basi dati si agiva su diverse istanze con i propri contenitori di dati al fine di non impattare sullo strato applicativo. Oggi, il nuovo database consente di avere un’unica istanza con i contenitori di basi dati da innestare (pluggare) completamente indipendenti. Significa che nel momento in cui si deve operare un forte consolidamento delle basi dati, essendo le basi dati del tutto indipendenti non c’è nessun impatto sulle applicazioni. Si sviluppano quindi i concetti di “isolation” e "multitenancy" delle basi dati pur condividendo la stessa istanza. Tutto ciò consente di incrementare il provisioning, il time-to market e la flessibilità con cui prepare nuove basi dati ma, soprattutto, consente una gestione semplificata.

oracleschema.jpg

Come detto, il grosso sforzo compiuto da Oracle è stato nella semplificazione del consolidamento dei database: un unico programma con cui gestire n database che vengono innestati in modo indipendente e consolidati. “E’ un grosso cambio di paradigma nella gestione dei database”, sottolinea Spoletini. Tutto ciò consente una gestione semplificata, un utilizzo ottimale delle risorse hardware, un maggior grado di consolidamento dell’infrastruttura e un incremento del Tco.
E portare  il database 12c  in ambito dei sistemi ingegnerizzati vuol dire sfruttuare e amplificare uteriormente tutti le funzionalità annunciate del database: in ambiente di extreme performance si riesce a raggiungere un grado elevato di extrem consolidation, grande semplificazione, alta affidabilità, sicurezza, massimo Tco. Con a corredo il Platinum Support che consente di offrire un supporto proattivo nella manutenzione che una volta rilevato una anomalia ne trova il rimedio e lo segnala in tutte le location nel mondo.

[tit:In profondità e disponibilità]
Tocca a Enrico Proserpio entrare nel più nel dettaglio delle nuove funzionalità, partendo dal paradigma del cloud computing“Quando si parla di cloud il riferimento va al consolidamento. Si fa cloud per consolidare, per mettere a fattor comune le risorse. Per consolidare occorre standardizzare. Per fare consolidamento e standardizzazione vi sono varie possibilità: virtualizzare tanti database, oppure effettuare il ‘database as a service’ (un cluster con tanti database che possono lavorare su un’infrastrututra condivisa). Così facendo si consolida la piattaforma hardware ma ci si porta dietro tutte le complessità in termini di diverse versioni di sistemi operativi, diversi database”...E prosegue: “Fino ad oggi in in termini standardizzazione quello che si può fare con la versione 11 del database è avere un unico database attraverso il concetto di ‘schema consolidation’, che significa prendere tante basi dati mettendole dentro un unico ambiente. Man mano che si va a consolidare su una stessa infrastruttura si mettono più istanze database e si vanno a occupare sempre più risorse di sistema. E’ un’operazione complessa”.
enrico-20proserpio-oracle.jpgNella 12c il concetto di multitenant ha reso questa operazione semplice in quanto consente di ridurre il numero di oggetti da gestire e quindi i costi, tenendo gli ambienti isolati tra loro per mantenere la sicurezza “Con la nuova architettura si ha un unico container database, un’unica istanza su cui si possono mettere tanti database diversi. Quindi il paradigma 'un database un’istanza' viene rotto e si passa a un’istanza che può contenere tanti database separati. Gestire molti più database a parità di infrastruttura hardware non introduce una complicazione ma una semplifiazione in quanto si gestisce un contenitore unico in cui ci sono tanti database, consentendo di fare un consolidamento molto più spinto rispetto a ciò che si poteva fare in precedenza”.
Una volta consolidato tanti database le funzionalità di Resource Management consentono di dare a ciascuno database la giusta priorità - in modo che nessuno superi le risorse necessarie - e a
ciascuna applicazione il giusto livello di servizio.
Nella 12c anche i paradigmi di patching e di upgrading cambiano e vengono semplificati, in quanto basta un’unica attività di patching e upgrading e automaticamente la si fa per tutti i database... Si spostano i database da una versione a un’altra; non si spostano i dati ma si spostano le  caratteristiche da un’istanza a un’altra.
E in Oracle Database 12c la semplicità di gestione senza compromettere le funzionalità è applicata anche al backup. Il backup viene effettuato sul contenier e quindi le attività di amministrazione sono uniche per tutti i database presenti, con la caratteristica che se un database ha un problema si può fare la restore di questo database. Backup unico di tutti gli oggetti ma se si verifica un problema puntuale su uno degli oggetti la recovery si applica in modo puntuale soltanto a quell’oggetto.
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E ancora semplicità di gestione in termini di disaster recovery. Oggi  temi quali la  Business Continuity e Disaster Recovery sono affrontati in modo tradizionale con risorse che non vengono utilizzate al meglio. Per questo Oracle ha introdotto alcune capacità (funzionalità di intercontinental option) per rendere possibile un allineamento di basi dati distanti tra loro e di conseguenza avere l’intera capacità elaborativa sfruttata anche in ambiti disaster recovery. Nello specifico, l’architettura di disaster recovery del database Oracle si basa sulla funzionalità Data Guard (dalla versione 8), che permette di creare un altro database collegato via rete che, man mano che il primario lavora e scrive sui log, queste informazioni scritte sui log vengono riportate sul secondario che si allinea. Anche il database 12c è concepito in modalità Data Guard, che fa da disaster recovery a n database: se si aggiunge un database nel primario in modo automatico si ritrovano le stesse funzionalità disaster recovery anche nel database aggiunto...
In ottica di gestione dello storage Oracle introduce nuove funzioni per l’ottimizzazione automatica dei dati. Una Heat Map controlla le attività in lettura e scrittura del database permettendo agli amministratori del database di identificare  i dati caldi (molto attivi), quelli tiepidi (a sola lettura) e freddi (raramente letti) all’interno di tabelle e partizioni. Mediante funzioni di compressione intellingente e tiering delle risorse storage si possono definire policy gestite dal server per comprimere e categorizzare in modo automatico i dati Oltp, di data warehouse e d archivi in base ll’attività e all’età dei dati stessi.
Tra le funzionalità di sicurezza introdotte nel nuovo database spiccano la possibilità di fare diagnostica dei livelli di sicurezza e una funzione di data redaction che a fronte dell’interrogazione di uno stesso dato di una stessa tabella fa sì che le persone abbiano risposte diverse a seconda del loro privilegio di sicurezza.
Per l'alta affidabilità la fuzionalità Data Guard Far Sync  consente di fare disaster recovery in modalità sincrona, con zero data loss, anche a grandi distanze.
Oracle Database 12c, preannunciato in anteprima nel corso dell’ultimo Oracle Open World a San Francisco, dopo essere stato provato da una serie di beta tester nel mondo, è oggi scaricabile dal portale Oracle Technology Network.
Per presentare Oracle Database 12c al mercato la società ha organizzato un roadshow internazionale che farà tappa in Italia i prossimi 9 luglio a Milano e 11 luglio a Roma.
Ad oggi nel mercato database la quota di mercato  attribuita da Gartner a Oracle è  del 48,3%; a Ibm va il 18,9%, a Microsoft il 17,8% e a Sap il 5,8%.  “Cresciamo a una velocità più alta di quella del mercato, a testimonianza del fatto che il database Oracle è riconosciuto per il valore che porta. Crediamo fortemente che Oracle Database 12c, favorendo una maggior semplificazione e un miglior utilizzo delle risorse, possa contribuire a innovare, liberando risorse da destinare a nuovi progetti”, conclude Spoletini.
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