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Enter, connettività e cloud made in Italy

Store virtual server e cloud server on demand a consumo. L'Isp italiano prosegue gli investimenti in infrastruttura basata su framework OpenStack

Cloud
Parlare con Mariano Cunietti, Technical Manager di Enter - Internet Service Provider attivo in Italia dal 1996 con proprie infrastrutture presso il Polo Tecnologico Milano Caldera, estese poi nel tempo a più nodi europei (Francoforte, Amsterdam, Parigi e Londra) - è un’occasione per comprendere i cambiamenti che hanno interessato negli anni la tecnologia di data center e i servizi erogati. Da una parte l’evoluzione dell'infrastruttura, che ha permesso di gestire le risorse in un’ottica di risparmio energetico, dall’altra la logica della virtualizzazione, che ha consentito di sviluppare una strategia coerente con nuovi modelli di consumo.

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“Il cloud – dice Cunietti - è un modello di computing che crea opportunità di delivery di servizi on demand. La connettività è e rimane comunque il nostro core business ed è l’elemento abilitante per erogare qualsiasi servizio possa essere distribuito via Internet. I nostri investimenti, di rete e di computing, sono strettamente integrati, in quanto la connettività è il presupposto per espandere e migliorare la nostra offerta”.
Due i servizi di computing nati sull’onda della virtualizzazione e del cloud. Da una parte Selfserver, ovvero un virtual server store per chi desidera tutti i vantaggi e le potenzialità di CPU dedicate senza dover sostenere oneri di gestione sistemistica. Dall’altra Cloudup, un servizio cloud server on demand a consumo, con tariffazione al minuto, che permette la creazione, gestione e modifica di server Linux o Windows, completamente scalabili, proporzionati alle effettive necessità di calcolo.
Il framework di riferimento, per quanto riguarda l’orchestrazione delle risorse cloud, è OpenStack, software Open Source sul quale Enter ha investito sin dall’inizio. “Siamo stati i primi in Italia a fare una cloud pubblica su OpenStack, dice Cunietti”. Il Dna Open Source di Enter è ravvisabile anche nella scelta della tecnologia HyperVisor, KVM, che l’ISP utilizza in ambiente cloud in associazione e OpenStack, mentre per i servizi di virtualizzazione Selferver viene utilizzato Xen.
“La tecnologia di virtualizzazione – afferma Cunielli - consente una grande flessibilità sia per quanto riguarda le politiche di backup che di disater recovery, oggi distribuibile su 4 diversi data center europei. Poter operare attraverso data center presenti in Italia e in Europa – conclude Cunielli - diventa inoltre importante per soddisfare esigenze di privacy dei dati. In Italia la normativa prescrive l’obbligo della tracciabilità del dato così come la sua permanenza nel paese di riferimento. Una multinazionale americana presente in Europa, in virtù delle deroghe esistenti,  può invece spostare dati in un qualsiasi data center e sottrarsi ai vincoli normativi del paese dove viene erogato il servizio”.
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