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Il futuro e il futuribile nella visione di Akamai

Le nuove frontiere del Web e della sicurezza pongono già oggi questioni che avranno impatto sullo sviluppo del business e dei comportamenti delle aziende.

Cloud
Nel campo delle previsioni tecnologiche per il nuovo anno, la maggior parte degli analisti punta sulle direzioni di spesa delle aziende, facendo emergere di volta in volta i classici settori sui quali logicamente andranno a concentrarsi, dal cloud alla mobilità per arrivare ai big data.
Akamai propone un punto di vista un po’ diverso, osservando macrofenomeni che oggi possono apparire ancora di frontiera, ma che stanno già seguendo un percorso di sviluppo destinato a proseguire nel 2014, lasciando fin d’ora tracce che andranno a incidere sui comportamenti degli individui e delle aziende.
akamai-collacciani.jpgIl regional manager Luca Collacciani punta l’attenzione, per esempio, sull’Internet delle cose che “connetterà già 9 miliardi di dispositivi nel 2018, per arrivare a 30 miliardi solo due anni dopo”. Alcuni esempi mediamente noti di applicazione del concetto sono già presenti oggi, come nel caso di Nest, un termostato con Wi-Fi integrato che consente di programmare il riscaldamento in remoto attraverso una app. Questo genere di oggetti o altri, come gli antifurti, i videocitofoni e così via, possono modificare lo stile di vita delle persone, ma in qualche modo cambiano anche gli scenari di mercato: “Basti pensare a Uber – spiega Collacciani – un’applicazione che consente di chiamare taxi privati e che potrebbe scardinare le lobby delle macchine a noleggio o degli stessi taxi pubblici, sempre che il potere consolidato non blocchi prima imprese di questo genere”.
Un discorso analogo potrebbe essere fatto per l’economia virtuale generata dalle nuove monete come Bitcoin o la nuova generazione di servizi basati sull’interazione con gli individui, per rendere migliori aspetti della vita in cambio però di concessioni sulla privacy, con tutte le conseguenze del caso (è il caso di GoogleNow, Siri, ma anche dell’assistente allo shopping iBeacons o di 23andMe, un’azienda che fornisce informazioni sul Dna basandosi su un campione di saliva).
Lo sviluppo di questi fenomeni porterà come conseguenza inevitabile un’ulteriore frammentazione del Web, oltre al costante aumento del traffico: “Siamo al concetto di Splinternet – commenta Collacciani – ossia di Web diviso e condiviso, accessibile già oggi da oltre cinquemila dispositivi diversi”. In questa chiave si può leggere anche l’evoluzione della stessa Akamai, nata e cresciuta con l’offerta di servizi cloud per l’erogazione di contenuti online (la stima è di un controllo diretto su circa il 30% del traffico globale), ma capace di costruire su questo un know-how utile per supportare le aziende nella comprensione delle dinamiche evolutive della Rete.

La sicurezza deve abbinare protezione e affidabilità

Uno dei terreni sui quali l’azienda sta concentrando la propria attenzione è quello della sicurezza. È ancora in fase di completamento l’acquisizione di Prolexic, che rafforzerà le competenze soprattutto nel campo degli attacchi Ddos, ma la pubblicazione trimestrale di uno State of the Internet Report aiuta a capire come stia evolvendo il cybercrime: “Il Web è oggi il terreno d’azione privilegiato – illustra Rodolfo D’Agostino, partner enablement manager di Akamai – e dalle verifiche rilevate sui clienti che controlliamo direttamente si può notare come la dimensione media degli attacchi, oggi sui 10 Gbps, stia crescendo e come la concentrazione vada in direzione di applicazioni specifiche. Offrire sicurezza, oggi, significa abbinare protezione ad affidabilità, agendo quindi non solo in chiave difensiva, ma anche facendo funzionare siti Web anche se sotto attacco”. Per ottenere risultati migliori, Akamai ha puntato non solo sulla presenza capillare di server sul territorio (in Italia ce ne sono alcune migliaia, in gran parte collocati presso le reti degli operatori), ma anche sul filtro del traffico e sulla prevenzione.
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