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Sarà utile per Google l’alleanza con VmWare?

Le due società creeranno un’offerta di Vdi per poter eseguire applicazioni Windows sotto Chrome Os. Ma come reagiranno le aziende?

Cloud
VmWare proporrà servizi di virtualizzazione desktop per i Chromebook di Google. L’idea è di consentire l’esecuzione di applicazioni Windows sui pc che funzionano con il sistema operativo di Google. Il servizio che ne scaturisce può essere anche sfruttato come aiuto nel processo di migrazione da Windows Xp, che Microsoft non aggiornerà più a partire dal prossimo aprile.
Gli utenti di VmWare Horizon possono già allestire desktop virtuali e applicazioni su Chromebook, senza doversi preoccupare dell’infrastruttura di back-end per eseguire gli ambienti virtuali. Gli utenti possono accedere alle applicazioni, ai dati e al desktop attraverso un browser, utilizzando il software di streaming Blast.

L'accidentato cammino di Google nel mondo enterprise

Potrà essere questo un viatico per spingere maggiormente le aziende a utilizzare Chrome e i servizi esternalizzati di Google per far evolvere almeno alcune componenti applicative del proprio ambiente informativo? Su questo appare lecito avanzare qualche dubbio. Ciò che i due alleati si aspettano dalla nuova mossa appare chiaro: la possibilità di eseguire software tradizionali su server in remoto e avere le applicazioni disponibili su un Chromebook può essere un modo per portare verso un nuovo ambiente strumenti di produttività individuale o qualche software aziendale. Ma fin qui Chrome Os non è stato in grado di rispondere alle esigenze degli utenti aziendali.
Il Chromebook (ancora poco diffuso, nonostante stia crescendo il numero di costruttori che l’hanno aggiunto a portafoglio) potrà ora trasformarsi in un thin client dove sarà possibile virtualizzare Windows. Ma sono già disponibili diverse soluzioni desktop-as-a-service, di vendor come Cisco, Dell o Citrix e Google non sembra poter portare novità significative in quest’ambito.Inoltre, se appare interessante poter virtualizzare un sistema completo in rete interna su una postazione fissa, il discorso cambia in situazione di mobilità. Oltre alla necessità di essere sempre connessi, infatti, più di un punto interrogativo suscita la misura delle prestazioni di un’immagine Windows su una rete 3G.
Fino a oggi, i tentativi di Google di affascinare anche le aziende, proponendo il puro cloud pubblico (il proprio) come alternativa agli ambienti tradizionali, Microsoft in testa, non ha prodotto i risultati sperati, inducendo anzi il vendor ad aggiustare spesso il tiro in direzione del compromesso con l’esistente. La possibilità di sfruttare il sostegno di VmWare e l’onda degli aggiornamenti su un Windows Xp ancora tanto diffuso potrebbero generare nuovo interesse, ma la strada verso la definitiva affermazione in ambito enterprise appare ancora lunga. 
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