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Mainframe, un cinquantenne ancora in salute

Il 7 aprile 1964 Ibm lanciò il System/360. Oggi i grandi sistemi ancora controllano processi e dati sensibili in molte realtà italiane, soprattutto del finance e della Pa.

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Si può probabilmente dire che l’informatica moderna sia nata al New Englander Motor Hotel di Greenwich, nel Connecticut. Nel 1961, un gruppo di ingegneri di Ibm iniziò a riunirsi in questo luogo per lavorare, in gran segreto, su una nuova tipologia di computer. Gli sforzi giunsero a compimento il 7 aprile 1964, con il lancio del System/360, primo elaboratore con un concetto di “architettura” e punto d’ingresso verso la compatibilità fra differenti sistemi.
Cinquant’anni e diverse generazioni tecnologiche dopo, il mainframe è ancora vivo, nonostante in diversi periodi ne sia stata preconizzata l’imminente scomparsa. Anzi, almeno in Italia ancora ospita processi e dati critici come gran parte delle transazioni finanziarie, informazioni anagrafiche e pensionistiche.
ca-fabio-fregi.jpgCa Technologies ha più di un motivo di rallegrarsi della longevità della piattaforma inventata da Ibm e oggi ancora presidiata in regime pressoché monopolistico: “Siamo partiti nel 1976 con Ca Sort e da allora abbiamo sempre rafforzato il business legato ai mainframe – ha spiegato Fabio Fregi, vicepresidente e amministratore delegato della filiale italiana -. Oggi questo segmento genera ancora circa 2,5 miliardi di dollari”.
Per testimoniare come lo storico ambiente non solo goda di buona salute, ma abbia un futuro davanti a sé, l’azienda ha commissionato a NetConsulting uno studio in grado di fotografare la realtà italiana: “Negli ultimi sei anni, il parco Mips nel nostro Paese è raddoppiato – ha commentato la practice leader Rossella Macinante - e nel 2013 ha superato quota 1,2 milioni. La crescita si deve soprattutto al mercato finanziario e, in parte, alla Pubblica Amministrazione”.
Le aziende che hanno molti Mips (e sono inevitabilmente di grandi dimensioni) continueranno a investire anche nel 2014 (l’aumento di capacità previsto sarà inferiore al 10% per l’80% del campione e superiore per il restate 20%), con un ruolo del mainframe destinato a restare strategico per l85% delle realtà del finance e per il 71,4% di quelle della Pa.

La piattaforma evolve, ma calano gli skill

Se la piattaforma oggi della generazione z (soprattutto la penultima, ovvero lo z/10) continua a essere “la cassaforte dei dati strategici”, come l’ha definita Annamaria Di Ruscio, direttore generale di NetConsulting, il suo ruolo sta comunque evolvendo, tant’è che oltre l’87% delle aziende prevede una maggiore integrazione con ambienti Web e distribuiti, quello dei Big data viene indicato come tema strategico da affrontare con sistemi ben carrozzati e c’è un 66,7% che ha già adottato progetti cloud. “Il mainframe viene ritenuto ancora estremamente affidabile sul fronte della sicurezza – ha aggiunto Macinante – ma si apprezzano anche l’alta affidabilità, la scalabilità e le prestazioni. I costi fissi elevati restano il principale elemento di criticità, tant’è che dal 2008 a oggi l’incidenza sulla spesa It totale è aumentata complessivamente dal 44 al 51%”.
In prospettiva, ancor più dei costi, forse il problema più importante per le aziende italiane che ancora si affidano ai mainframe sarà quello delle competenze. Se, infatti, nel breve periodo il 58% del campione analizzato non prevede nuove assunzioni, il 40% stima di poter avere difficoltà nel futuro reperimento già nell’arco dei prossimi due anni. La scarsa formazione universitaria viene indicata come principale causa del problema, anche se la generale riduzione del numero di iscritti alle facoltà ingegneristiche è fonte di generale preoccupazione. L’intervento integrativo o sostitutivo dei vendor viene indicato come possibile rimedio preferito (64%). In questo senso, Ca Technologies si è fatta carico di un problema che non è solo italiano, aprendo un centro di ricerca & sviluppo a Praga, dove sono impiegati numerosi giovani laureati, anche se geograficamente provenienti soprattutto dall’Est Europa. 
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