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L’impatto dei cambiamenti tecnologici sulle risorse umane

La funzione It sta evolvendo in relazione alla trasformazione digitale delle imprese. Ne nascono nuove sfida anche per i responsabili Hr, dal bisogno di formazione all’inserimento dei giovani.

Cloud
In passato, le aree dell’It e delle Risorse Umane hanno sviluppato rapporti perlopiù improntati alla classica relazione fra cliente e fornitore. La prima si è occupata dei processi di automazione e dei relativi aspetti gestionali, la seconda ha presieduto l’evoluzione delle strutture interne.
Nell’attuale contesto, tuttavia, entrambe vivono una fase di cambiamento, non solo legata ad aspetti congiunturali, ma anche e soprattutto alla trasformazione digitale in corso nelle imprese. L’associazione CioNet ha provato a riflettere sui temi caldi che riguardano le due funzioni, mettendole a confronto anche per verificare il livello di dialogo esistente e i possibili fronti di collaborazione.
Enzo Bertolini
, Group Cio di Ferrero, ha ben sintetizzato le sfide che l’It deve affrontare per capire come valorizzare il proprio ruolo e con quali risorse: “Viviamo in un ambiente sempre più globalizzato, nel quale le migliori imprese crescono con l’internazionalizzazione e si moltiplicano i contatti con le multinazionali. Inoltre, sempre più occorre attrezzarsi per presidiare aree di business contigue a quella centrale e, infine, non può essere trascurato il grande tema della gestione degli strumenti della società digitale, spesso più avanzati all’esterno che all’interno dell’infrastruttura It”.
Su questi fronti, ha sottolineato Bertolini, che è anche presidente di CIoNet, ci sono punti di contatto con le Hr, per esempio nella definizione delle regole o nell’integrazione progressiva dei cosiddetti nativi digitali, ossia le persone nate negli ultimi vent’anni o giù di lì, che percepiscono la tecnologia in modo assai diverso rispetto a chi è arrivato prima di loro.
Che la trasformazione digitale delle aziende sia il tema del momento è stato confermato anche da Andrea Del Miglio, partner di McKinsey, che ha rimarcato gli effetti di cambiamento a vari livelli, dallo sviluppo sempre più agile alle architetture dei dati, dalle infrastrutture a uno scenario che cambia anche per i vendor, in direzione della specializzazione: “Nella fabbrica It, via via si affermeranno nuovi ruoli, dagli specialisti di analytics agli sviluppatori di app per la mobility, per arrivare agli strateghi digitali. A fare da contraltare, però, c’è la mancanza di skill, che colpisce soprattutto realtà come l’Italia. L’interazione fra It e Risorse Umane può diventare importante per presidiare congiuntamente un recruiting che si sposta sui social media o per individuare il mix di caratteristiche necessario per attirare le giuste competenze”. 


Le esperienze dirette sul campo

Laddove il processo di trasformazione sia già in corso, spesso si assiste a un progressivo distacco fra chi si occupa di It e chi entra con competenze orientate al digitale, pur essendo due mondi che dovrebbero essere accomunati dalla radice tecnologica. In certi casi, l’It riesce a gestire l’integrazione, ma in altri la separazione diventa figlia di un’evoluzione guidata da altre funzioni aziendali, come il marketing, l’area commerciale o la produzione. In questi contesti, dovrà essere probabilmente l’area delle Risorse Umane a occuparsi di migliorare l’integrazione.
Dai responsabili It e Hr chiamati a confrontarsi su questi temi, sono arrivate alcune conferme, ma anche puntualizzazioni che hanno allargato il raggio della riflessione. Aziende come Gdf Suez e Heineken, per esempio, hanno posto l’accento sull’innovazione che ne caratterizza l’evoluzione tecnologica. “Oggi l’It può realizzare servizi che impattano anche sulla struttura complessiva dell’azienda – ha raccontato Marco Moretti, Cio di Gdf Suez -. Noi, ad esempio, abbiamo sviluppato un motore che la leggere e interpretare gli Sms che riceviamo dai clienti, spesso sostituendosi al primo livello di assistenza. Per non parlare del cloud, dove si spostano procedure ordinarie prima gestite internamente. Per questo, la collaborazione con l’area Hr dev’essere costante, sia per gestire i cambiamenti che per portare formazione e cultura anche al livello del top management”. In Heineken, l’internazionalizzazione è uno dei principali fattori di cambiamento, come ha confermato l’Ict manager Mara Maffei: “Gli indicatori di performance legati all'innovazione sono uno degli elementi-chiave, che diventano una sfida anche per l'It, sempre più chiamata a confrontarsi con altre funzioni”.
Dal lato del responsabile delle Risorse Umane, alcuni dei temi esposti sembrano essere totalmente condivisi: “La nostra azienda è internazionalizzata da tempo, ma il processo si è intensificato negli ultimi anni – ha spiegato Bruno Conti, responsabile Hr di Ferrero -. Qui la capacità di mediare fra linguaggi e culture diverse diventa prioritario. Con l’It condividiamo anche il tema della gestione dei new media, soprattutto in direzione social, dove occorre necessariamente una collaborazione anche con l’area marketing”. 

Dal prodotto alla rete di interlocutori

L’innovazione può e deve riguardare i processi dell’azienda, ma in molte realtà continua a essere legata ai prodotti. Eppure, anche in questi contesti, le evoluzioni possono essere sfruttate anche per far crescere le relazioni interne o almeno quelle con l’ecosistema commerciale di riferimento. “Un’area di focalizzazione recente è quella della mobilità sostenibile – ha illustrato Maria Elena Scardigno, direttore. Comunicazioni interne di Magneti Marelli -. Qui abbiamo lavorato per esporre novità come l’e-light, per l’illuminazione ecoinnovativa o soluzioni per la connected car e l’autonomous driving. Tutti i reparti aziendali sono coinvolti nei passaggi per portare le innovazioni al mercato. Per agevolare la comunicazione, abbiamo avviato una corporate tv, che consente di creare comunità anche a livello internazionale e una fruizione sia dentro che fuori dall’azienda”. Una realtà come Illy Caffè, invece, deve gestire con attenzione anche i rapporti con chi deve valorizzare il prodotto: “Le macchine da bar, oggi, sono sempre più intelligenti – ha confermato l’Ict manager della società, Paolo Dapernoma per noi è importante fare formazione sul nostro interlocutore privilegiato, ovvero il barista, per fare capire quali benefici l’innovazione possa portare al proprio lavoro”.
Infine, la testimonianza di Anas è servita per far comprendere come un processo di cambiamento nato nell’It possa avere impatti su tutta l’organizzazione: “Fino a qualche anno fa eravamo un’azienda penalizzata da un digital divide innanzitutto interno – ha raccontato il Cio Pierluigi De Marinis -. L’It si è ristrutturata per dotarsi di un sistema informativo unico, che ha comportato interventi anche sulla gestione delle risorse umane, con un cambiamento che ha richiesto tempo per essere accettato. Al nostro interno, oggi, abbiamo sviluppato molte competenze di business, per capire dove migliorare con la tecnologia i processi aziendali. Lo steccato tecnologico si può dire superato, se pensiamo che oggi i nostri cantonieri lavorano sulle strade utilizzando gli iPad per aggiornare lo stato dei cantieri”.
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