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La rivoluzione copernicana del cloud

Se prima era il business a ruotare intorno all’IT, adesso è l’IT che ruota intorno al business motliplicando le possibilità di accesso a nuova energia

Cloud
All’inizio il cloud era considerato un’opportunità soprattutto in termini di riduzione dei costi: nessuna spesa in conto capitale, allineamento a un modello di tipo OPEX, possibilità di accedere a un’applicazione in tempi rapidissimi senza dover investire in infrastruttura di data center. Tutto sta cambiando velocemente. Le aziende stanno riponendo sempre più fiducia nel cloud. I problemi di sicurezza e capacità di controllo si sono ridimensionati e più e più aziende stanno portando un crescente numero di workload all’esterno del perimetro firewall. Sono considerazioni che riguardano l’adozione del cloud a livello globale, nella consapevolezza che la progressione verso un modello as a service è più accentuata in alcuni paesi, in primis USA e paesi emergenti. Ma nel complesso quelle stesse considerazioni sono valide anche per quanto riguarda quei paesi, vedi Italia, che hanno sinora manifestato un tiepido interesse verso il cloud.
Nelle aree geografiche dove il cloud sta avendo più successo i driver alla sua adozione stanno modificandosi. Non più solo riduzione dei costi. Significa piuttosto riuscire avere un time to market più efficiente, raggiungere una posizione più competitiva. Le startup sono nella condizione di poter vedere garantito un servizio di alto livello a costi più contenuti del passato. Private cloud? Se questa può essere la strada privilegiata per alcune organizzazioni è da segnalare che molti di questi progetti non mettono in discussione la questione nodale: ovvero come riuscire a diventare un’impresa focalizzata sul business senza essere ostaggio della tecnologia. Investire in private cloud mantiene inalterato il problema di garantire sufficienti risorse interne per la gestione dell’infrastruttura: aggiornamenti hardware e software, modernizzazione e innovazione delle diverse componenti nel medio e lungo periodo. Alla fine si fa quel che si può si sposta in cloud, pubblico o privato, un certo numero di workload, si mantengono inatlerate altre porzioni IT, il che significa attuare processi ibridi pubblici e privati: mantenere, per esempio, il data layer in un private cloud e tutto il resto dello stack funzionale in una dimensione pubblica. Ma è evidente che il motore che cambia le regole del gioco sia ormai dettato da una sorta di rivoluzione copernicana dell’IT: prima era il business a ruotare intorno all’IT, adesso è l’IT che ruota intorno al business.
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