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HP accelera l’adozione dello storage software-defined

Il vendor introduce alcune novità tecnologiche per abilitare e semplificare l’adozione del Software Defined Storage. Delineata la strategia societaria e le linee di sviluppo future relative allo storage.

Cloud
HP ha scelto la suggestiva cornice di Budapest per presentare le ultime novità in materia di storage: una componente infrastrutturale dell’offerta societaria su cui il vendor sta spingendo l’acceleratore in termini di innovazione per favorire l’adozione del Software Defined Storage da parte delle aziende. In questo scenario innovativo, lo storage si combina con la componente server. Non stupisce, quindi, che gli annunci in questione arrivino quasi in coincidenza con i recenti lanci della nuova generazione di processori Intel.  

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Partnership rafforzata con Intel
Il primo annuncio riguarda un rafforzamento della stretta collaborazione tra HP a Intel volta ad accelerare l’affermazione del modello Software Defined. Oggi HP è in grado di offrire la licenza per 1 terabyte di HP StoreVirtual Virtual Storage Appliance (Vsa) senza alcun costo aggiuntivo a coloro che acquistano server basati su processore Intel Xeon E5 v3 – tra cui i server Dell, Ibm e Lenovo - e ovviamente i nuovi server HP ProLiant Generation 9 (Gen9).
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David Scott, Senior VP e General Manager di HP Storage 
“Offrendo il software Vsa insieme ai server basati su processore Intel Xeon E5 v3 senza costi aggiuntivi si rende disponibile a tutti il Software Defined Storage,  consentendo ai clienti di accedere a un ricco set di servizi per i dati con un approccio agonostico rispetto ad hardware e hypervisor, garantendo  libertà di scelta e riducendoi costi”,
introduce così la principale novità David Scott, Senior VP e General Manager di HP Storage.
La combinazione delle due offerte aumenta le prestazioni storage di 4 volte per i desktop virtuali e di 1,8 volte le prestazioni dei workload di elaborazione delle transazioni online rispetto alla tecnologia che montava i precedenti processori Intel per server, senza per questo determinare un incremento della latenza.
Il contesto di riferimento è quello dell’infrastrutture virtualizzate, che pur rappresentando un trend in forte crescita è rallentato nelle realtà di piccole dimensioni spesso non dotate di risorse adeguate – economiche, di staff aziendale e architettuali – per le soluzioni storage enterprise. In questa direzione va quindi la nuova proposta HP che distribuirà senza alcun costo aggiuntivo le licenze software-defined storage per una capacità superiore ai 72 petabyte. Gli acquirenti di  un server basato su processore Intel Xeon E5 v3 possono scaricare il software HP StoreVirtual VSA dal sito hp.com/go/unlockVSA e ottenere la licenza per 1 TB di capacità Sds, implementando un ambiente di storage condiviso resiliente, a un costo e un ingombro inferiori a quelli di un hardware di storage dedicato.
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Un’opportunità per i service provider e i partner che possono commercializzare uno storage condiviso a un prezzo accessibile, con funzionalità avanzate.
E proprio per favorire i partner a cavalcare l’onda del Software Defined è stato lanciato il programma “Nitro Channel”, che combina finanziamenti congiunti HP-Intel dedicati a formazione, demand generation e supporto marketing per gli operatori del canale.  

Provisioning intelligente
Un’ulteriore novità riguarda l’implementazione di Store Virtual Vsa che, da oggi, si effettua con un semplice clic grazie a una nuova tecnologia wizard di Intelligent Provisioning presente nei server HP ProLiant Gen9. Configurati in pochi minuti, i server HP ProLiant Gen9 sui quali viene eseguito il software Vsa, offrono una soluzione in grado di supportare applicazioni virtualizzate e storage condiviso sullo stesso hardware per favorire risparmi di costi significativi.
Nello specifico StoreVirtual Vsa supporta tutti i server basati su tecnologia x86 e le piattaforme di storage esterne collegate all’hypervisor e sfruttando la capacità di calcolo e di storage inutilizzata dal server per offrire lo storage condiviso resiliente ai server virtuali che eseguono VMware, Microsoft Hyper-V o Linux Kernel Virtual Machine - trasforma la capacità ingabbiate in ogni silo hardware in una risorsa di storage condiviso, con un approccio agnostico rispetto all’hypervisor, scalando in modo orizzontale fino a dozzine di nodi e a 1,6 petabyte di capacità. Tutto ciò, secondo HP, consente di ridurre fino all’80% il costo di implementazione di uno storage condiviso resiliente e del 50% l’ingombro rispetto all’implementazione di un hardware di storage dedicato. 

Espansione e protezione
Annunciate inoltre novità in termini di estensione e protezione. La capacità HP D3000 Disk Enclosures dei server HP ProLiant Gen9 (con interconnessioni SAS da 12 Gb) consente ai clienti di estendere le loro implementazioni Sds fino a ulteriori 500 TB e oltre di capacità di storage condiviso, resiliente, offrendo fino al 50% di throughput in più.
Riguardo alla protezione dell’infrastruttura Sds, HP senza costi aggiuntivi offre in prova il software HP StoreOnce Vsa a tutti coloro che si registrano all’indirizzo hp.com/go/tryVSA. Scaricando il programma è possibile provare per 60 giorni 10 TB di capacità di backup e deduplicazione basata su software e indipendente dall’hardware a supporto degli hypervisor VMware e Microsoft Hyper-V.  

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[tit:Lo storage per il nuovo stile dell’IT]
L’evento ungherese – a cui hanno preso parte analisti e giornalisti dell’area Emea - è stato occasione per fissare gli elementi portanti della strategia HP in ambito storage e guardare agli scenari futuri. Come spiega David Scott lo storage moderno deve necessariamente trasformarsi per supportare quello che HP definisce “il nuovo stile dell’IT”, che risponde ai trend emergenti di sicurezza, cloud computing, mobilità e Big Data. Il contesto di riferimento è quello in cui si assiste a un’esplosione di dati – il paradigma è quello delle 3V: velocità, volume e valore – una complessità crescente delle architetture storage che crea inevitabilmente molte inefficienze, nuovi modelli di deployment che si aggiungono e sostituiscono quelli tradizionali – converged, cloud, software defined data center.
Secondo HP un’architettura storage moderna deve essere ottimizzata per rispondere alle istanze del nuovo stile dell’IT, con requisiti di semplicità, agilità, velocità, efficienza, sicurezza. Un concentrato di caratteristiche che oggi confluiscono in un’offerta che va sotto il cappello di Converged Storage, in grado di offrire componenti Service-refined per l’ottimizzazione dei livelli di servizio (Sla) combinate con componenti Software-defined per ottimizzare i costi.
Scott ripercorre in sintesi le tappe principali della storia del business storage di HP, che, come l’intera offerta societaria, poggia su una combinazione di componenti sviluppate direttamente con altre portate in dote da aziende acquisite nel corso degli anni. “Un’offerta concepita sin dall’inizio con caratteristiche moderne, in opposizione a quelle tradizionali definite dall’hardware, in un’ottica di forte semplificazione”, spiega Scott.
E’ nel 2002, con l’acquisizione di 3Par che, di fatto, HP rafforza l’offerta di storage primario; nel 2007  l’acquisizione di LeftHand proietta HP nella dimensione del Software Defined Storage mentre nel 2009 è la volta dell’annuncio della componente di backup service-refined HP StoreOnce – per la deduplica federata. Nel 2010 fa il suo esordio l’archittettura Converged Storage – inserita in un concetto più ampio di Converged Infrastrustructure – che combina elementi di storage primario con componenti di Information retention e Information protection. Un’infrastruttura costituita da architetture uniche per differenti tipologie di esigenze al fine di razionalizzare le infrastrutture legacy dei clienti, ottimizzandone costi, capacità e performance sia per quanto riguarda il primary storage che la parte di protection e retention. “Un’offerta polimorfica, plasmabile e flessibile in grado di adattarsi all’andamento dei livelli di servizio in modo dinamico, fondata su piattaforme standardizzate che utilizzano hardware comune, modulare, per ridurre i costi e semplificare i processi operativi dei data center”, dettaglia Scott.
Nello specifico, HP 3Par StoreServe è la piattaforma di storage primario; HP StoreOnce è la soluzione di deduplica federata e HP StoreAll comprende soluzioni per Files e Object Storage. HP Store Virtual Virtual Storage Appliance (Vsa) & HP StoreOnce Vsa rappresentano gli elementi per muoversi in un contesto di Sofware Defined Data Center. “Un’offerta basata su una singola architettura e un approccio unificato di gestione che vanno letti in un’ottica di estrema semplicità per i clienti”, enfatizza Scott.

All’insegna di Sds e Flash
Le novità più recenti relative al business storage sono ben rappresentate nella seguente slide e indicano le frontiere più innovative verso cui HP si sta orientando: Software Defined Storage, come visto, e technologia Flash.

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Se nell’ambito dello Software Defined Storage HP afferma di avere una posizione di leadership in relazione al fatto di essere l’unico vendor multi-hypervisor (VmWare, Microsoft, Kvm) già dal 2007, in ambito di tecnologia flash riconosce di scontare ancora un gap temporale rispetto agli altri vendor, pur sostenendo di correre veloce su questa tecnologia in cui vanta caratteristiche distintive in termini di completezza – “Solo HP è in grado di offire un utilizzo All-Flash a livello enterprise. Fornisce 1.4 PB in un unico Array all Flash e vanta condizioni di prezzo molto interessanti: il modello all flash entry  parte da 35 mila dollari contro i 70 mila dollari delle equivalenti proposte dei vendor concorrenti”.
Tra le altre novità da citare la disponibilità di servizi gestiti di storage nella piattaforma Helion per il cloud, che lavora mediante la tecnologia di orchestrazione open source OpenStack, oggi utilizzata da circa 2 mila aziende a livello mondiale.
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Milan Shetti, Cto di HP Storage
Nella vista generale fornita da HP, non poteva mancare quella sulle tecnologie più innovative presentata da Milan Shetti, Cto di HP Storage.  
”Il nuovo stile dell’IT richiede un nuovo approccio allo storage che tiene conto dei nuovi workload e della crescita esplosiva dei dati. Nei prossimi anni l’offerta HP sarà progettata per aderire a tutti i tipi di tecnologia flash e alle tecnologie Nvm - Non volatile memory
”, afferma.
In particolare la prima “wave” a livello temporale è relativa alle  tecnologie flash Nand, che indirizzano il tema del 'cold storage’, il dato non cancellabile che occupa inutilmente spazio sul dispositivo pregiato, mentre la seconda “wave” tratta il tema della tecnologie non volatili - Nvm, - che HP pone sotto il capello Memristor, relative a memorie con uno stato fisico differente da quelle odierne, ad accesso velocissimo che non si cancellano.  

La vista Emea
Tocca a Chris Johnson, VP & General Manager, HP Storage Emea, fotografare l’andamento del business storage in Emea. “E’ un buon momento per lo storage HP iin questa area. Nel secondo trimestre la regione si è distinta come best performer a livello mondiale nella galassia HP e come miglior vendor storage nella region; ha migliorato la propria quota di mercato nel terzo trimestre ed è da quattro trimestri che vede crescere il fatturato anno su anno”.
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 Chris Johnson, VP & General Manager, HP Storage Emea
Le chiavi del successo?Un esteso portafoglio convergente – server, storage e networking -, soluzioni complete e capacità di consulenza e supporto”, dichiara. Lo spaccato relativo ai differenti paesi mostra un buon andamento in Germania, Russia, Iberia e nel Nordic, stabile in Uk, mentre stenta a decollare appieno l’attività di Francia e Italia. Telco e service provider i segmenti di mercato più attivi. “La trasformazione dello storage non è un processo semplice; per questo HP vuole giocare il ruolo di ‘consulente d fiducia” per tutte quelle realtà che vogliono intraprenderlo, facendo leva sul contributo fondamentale portato dai partner”, conclude.
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