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HPE Italian Summit, il futuro del computing fa tappa a Bologna

Mag Whitman e Stefano Venturi raccontano il futuro secondo HPE, davanti a clienti e partner riuniti a Bologna. Hybrid IT, Intelligent Edge e servizi HPE (PointNExt) combinati con quelli dell'ecosistema dei partner.

Cloud
La Digital Transformation in chiave Hewlett Packard Enterprise è stata presentata a Bologna nei giorni scorsi all'HPE Italian Summit 2017. Una due giorni carica di contenuti aperta a partner e clienti (circa 900) che ha visto come ospite d’onore il Ceo Meg Whitman, a sottolineare la strategicità dell’evento e l’importanza del momento dell’azienda. 
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Meg Whitman, invitata personalmente dal padrone di casa 
Stefano Venturi, Corporate Vice President e Amministratore Delegato Hewlett Packard Enterprise Italia, è arrivata in Italia - dove ha incontrato una cerchia ristretta di clienti a Milano così come una rosa selezionata di partner a Bologna – per poi rivolgersi alla platea riunita al fine di rimarcare la strategia aziendale a circa due anni dalla ’separation’ da HP Inc. e a cinque da quando ha preso le redini dell’azienda per trasformarla, coinvolgendo in questo viaggio proprio Venturi. 
“HPE è oggi un’aziendafortemente focalizzata sulla tecnologiaalla base della trasformazione digitale in atto oggi e nel futuro, che vuole passare a voi tutta l’energia del nuovo corso e raccogliere al contempo feedback e priorità per procedere in partnership verso il futuro”, dice.  Ed è il momento giusto per farlo: “Nei prossimi anni, già nel 2025,lo scenario sarà molto diverso da oggi:tutto sarà connesso– edifici, automobili, infrastrutture, città, … - esi condivideranno dati in modo molto diffuso ed esteso. Unmondo basato sulla tecnologia– caratterizzato dalla trasformazione digitale alimentata dallacrescita esponenziale dei dati e delle applicazioniche chiedevelocità, accelerazione e risposte in tempo realeper guidare il business. Uno scenario ricco disfide e opportunitàma non privo di rischi se non lo si affronta al meglio e con il partner giusto”.  

Hybrid IT, Intelligent Edge, servizi PointNext + ecosistema dei partner
La risposta HPE per portare valore e continuare a essere protagonisti sul mercato passa da tre direzioni principali:
- semplificare l’IT ibrido, cercando di creare il giusto mix tra l’ambiente esistente e accelerando sull’innovazione con leapplicazioni che girano on premise, off premise e sempre di più all’edge. L’hybrid IT tiene conto della complessità della migrazione, consente di effettuare la transizione senza cannibalizzare gli investimenti effettuati ed è proponibile con un modello flessibile di consumo. Secondo uno studio di Business Rewiew il 63% degli intervistati afferma di voler perseguire una strategia di IT ibrido
rafforzare l’Intelligent Edge: il mondo al di fuori del data center, alla periferia con l’Internet of Thingsche raccoglie dati in modo intelligente e li elabora in modo sicuro: “Un aspetto sempre più importante se si considera chenel 2019 il 43% dei dati IoT sarà analizzato all’edge, non nel data center non né nel cloud – dati Idc;  
offrire la combinazione di servizi tecnologici attraverso PointNext (la divisione servizi nata dopo il rebranding e lo sfoltimento di alcune attività della componente servizi) in abbinata con quelli dell’ecosistema dei partner per fornire supporto on demand e servizi aderenti alle istanze moderne al fine di accelerare i risultati della trasformazione digitale e accrescere la competitività delle aziende clienti.
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Meg Whitman dettaglia ulteriormente le tre aree di riferimento. Nella 
semplificazione dell’Hybrid IT un elemento centrale in ambito ‘private’ è rappresentato dall’infrastruttura Software Defined dove rientra a pieno titolo l'infrastruttura Synergy– disponibile da inizio anno – la ‘composable infrastructure’ - potenza computazionale, storage e networking - dinamica e componibile che prende le caratteristiche distintive del public cloud portandole on premise: “E’ ungame changerche consente ilrilascio di applicazioni on premise senza compromessiin modoagile, veloce e fluido, senza perdere in sicurezza e controllo.  
Una semplificazione dell’hybrid IT resa possibile anche attraverso le nuove tecnologie che oggi HPE ha arricchito attraverso le più recenti acquisizioni:  l’iperconvergenza portata in dote da Simplivity e lo storage all flash di Nimble Storage“che combinati con l’offerta HPE 3PAR rendono unico il porfolio storage di HPE”. E poi ci sono lepartnership che vanno ad arricchire la componente infrastrutturale come Arista per il networking, Scality per lo storage e in ambito Conteiner quelle con Mesoshpere, Docker, Ceph - solo per citarne alcune - per rendere il data center agile, cost effective e completamente sicuro
Partnership che HPE stringe ad ogni livello, dal data center fino all’edge. 
L’Intelligent Edge, come detto, è il mondo fuori dal data center dove si interagisce con i clienti, si sviluppano i prodotti, lavorano i dipendenti e dove la digital transformation impatta maggiormente sul business, ma anche dovesi sviluppano i maggiori rischi a livello di sicurezza; quindi dove bisogna lavorare per creare le migliori workplace experience e customer experience“Quila parola chiave è intelligenzaper creare nuova esperienza cercando dicapire cosa succede in real time lavorando sui dati in crescita esponenziale negli uffici, nelle fabbriche e nelle città. Per questoservono nuovi tool che raccolgono, processano, muovono e analizzano i datial fine di avere informazioni utili per prendere decisioni per il business in tempo reale”,spiega Meg Whitman La risposta HPE qui passa dall’offerta Edgeline Converged System portata in dote da Aruba.“Sia chiaro,Intelligent Edge non significa rendere meno importante il data center mavalorizzarlo come non mai. Si può avere un solo edge ma anche molteplici, e tutto ciò determina lanecessità di maggiore centralizzazioneattraverso un’unica unità di computing per riuscire a trarre il massimo valore dalla molteplicità di dati raccolti”. Ed è in quest’ambito si colloca anche l’acquisizione di SGI, con la tecnologia di High Performance Computing.  

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La componente 
servizi invece mette in campo l’esperienza di PointNext  – lato supporto e consulenza – per dare risposte ai clienti che vogliono capire come e dove partire per fare la Digital Transformation individuando il 'right mix' di esperienza e innovazione –  (attraverso attività di advise, inshigt, integration e il giusto modello di consumo) correndo veloci come richiede oggi il business, abbinata ai servizi offerti dall'ecosistema dei partner. Ancora una volta, anche nei servizi, l’esempio rimanda all’adozione di una strategia di hybrid IT:Sarà la strategia dominante,basti dire cheil 53% delle aziende che hanno fatto una scelta di cloud pubblico stanno riportando i propri workload on premise. La scelta dicloud pubblicoè una sorta disalto nel vuoto– ‘Cloud Cliff’-dice Whitman- che faperdere controllo– anche sui costi -espone a rischi di sicurezza,a cui anche alcune le realtà nate nel cloud stanno cercando di porre rimedio". Un esempio virtuoso di azienda in questo senso è quello dell’ italiana Yoox – oggi una realtà globale di servizi on line in real time con 2.9 milioni di clienti attivi, un ordine ogni 4 secondi,  che ha rivoluzionato l’industria dell’luxury fashion adottando una strategia di innovazione digitale che nel 2016 le ha permesso di  fatturare 1.9 miliardi di euro.

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“LaDigital Transformation è un’opportunità ma anche una necessitàsoprattutto per l’Italia, tra i principali paesi manifatturieri europei. Industry 4.0 è un modo peraprire la finestra e guardare fuori,rendendo possibili cose nuove e innovative. Il viaggio verso la Digital Transformation richiede però un partner in grado di guidarein questo percorso edHPE è qui per farlo con voi”,
 conclude Meg Whitman, passando il testimone a Venturi.
L’enfasi sulla focalizzazione è forte anche da parte sua: “Oggi vincono coloro che si focalizzanonel fare poche cose come ha avuto il coraggio di fare HPE trasformarsi in modo profondo". Lo ha fatto uscendo al mondo dei pc, delle stampanti  e dagli oggetti personaliper focalizzarsi sul mondo dei data center e ciò che sta attorno. Dopo pochi mesi ha annunciato uno dei più grandi spin& merge della storia dell’IT – lo spin off della divisione servizi HPE Services che con CSC è oggi confluita nella nuova azienda DXC technology al fine di non creare competizione per i partner che vendono servizi  e si è spogliata anche della divisione Software – quest’estate si chiuderà infatti l’operazione con Micro Focus. "OggiHPE è tornata alle originiperessere leader dell’infrastruttura tecnologicae per questo deve essereaperta a tutte le applicazioni software, a coloro che innovano in quest’ambito;libera e indipendente,spingendo l’open standard e l’open sourcee collaborando con l’ecosistema dei partner”,rimarca Venturi.

Il vendor del futuro per la rivoluzione copernicana dell’IT
Una trasformazione che sembra pagare; Venturi ricorda la posizione di HPE nei settori in cui opera“Oggi a livello mondialeHPE è il numero 1 in valore nel segmento server,così comenello storage(combinando quello esterno e interno) enumero 2 nel networking. E oggi vuolefare il computing in modo radicalmente diversoe aperto a tutti".  Il riferimento porta dritto a ‘The Machine’; un grande progetto a lungo termine, un investimento enorme per cambiare il modo in cui vengono costruiti i computer: non solo più veloci e performanti (qui il lavoro di HPE è continuo e costante, per esempio sta lanciando i server Gen10): Il vero innovatore deve cercare di essere disruptive prima degli altri,ed eversivo anche nei propri confronti, verso i propri sistemi. Ed ecco che The Machine è ilprimo computer che mette al centro la memoria e non la Cpu, un computermemory driven, cheassocia l’elettronica con l’otticaabbattendo drasticamente l’energia impegnata in operazioni di input ed ouput”. The Machine secondo Venturi rivoluzionerà il mondo del computing  - con l’unicità di avere tutto in memory dall’architettura del nano server fino a quella del supercomputer per fare elaborazioni e comparazioni in tempo reale. Proprio di recente un primo test è stato presentato dai laboratori HPE: un computer con 160 TB di memoria, dove si possono mettere ed elaborare una mole di dati impressionante in tempo reale.

Ma fare computing in modo diverso vuol dire anche arricchire la propria proposizione d’offerta. Sono numerose, come detto, le acquisizioni fatte da HPE dallo agosto ad oggi, che aggiungono brevetti e know-how ad HPE: SGI – con l’intelligenza artificiale embedded nel silicio per fare elaborazioni e calcoli ad alte prestazioni; SimpliVity – “ha fatto fare ad HPE un salto quantico nell’iperconvergenza”;Niara – Sicurezza con AI sull’Intelligent Edge; Cloud Cruiser – software di gestione per i sistemi cloud; Nimble Storage – storage molto avanzato di livello mid-range. 
tasselli del puzzle si stanno componendo: HPE è pronta per guidare l'IT del futuro.
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