L'ex patron di Parmalat condannato a 18 anni di reclusione per il crack del gruppo. Pene severe anche per il fratello Giovanni e per Fausto Tonna. Ma è già in vista l'appello.
Calisto Tanzi dovrà scontare 18 anni di reclusione. Si è chiuso ieri, presso il tribunale di Parma, il processo per il crack Parmalat. Il reato contestato in questa sede è quello di bancarotta fraudolenta, mentre nello scorso mese di maggio Tanzi era stato condannato in appello a 10 anni di carcere per aggiotaggio e ostacolo agli organi di vigilanza (ma era rimasto libero in attesa del ricorso in Cassazione). Insieme a lui sono stati condannati il fratello Giovanni Tanzi (dovrà scontare una pena di 10 anni) e Fausto Tonna (14 anni). Ma non solo: su 17 imputati sono state emesse ben 15 condanne. Soddisfatto il team di legali di Gerardo Laguardia, procuratore capo di Parma, che subito dopo la sentenza ha commentato: "È stato riconosciuto il nostro impianto accusatorio. Possiamo ritenerci soddisfatti". L'ex patron di Collecchio non era presente in aula, ma avrebbe commentato telefonicamente di non aspettarsi una "sentenza così severa": il suo avvocato Fabio Belloni ha confermato la sua impressione parlando di "una pena troppo dura" e annunciando l'intenzione di ricorrere in appello. Secondo quanto disposto dal tribunale, a Parmalat, costituitasi parte civile, spetta il diritto a una provvisionale: il risarcimento del danno fino a 2 miliardi di euro.
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