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Credito, Unimpresa: in 12 mesi prestiti giù di 55 mld e sofferenze a 156 mld

Il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi: “Il futuro è sempre più incerto, il Paese è allo sbando e le proteste in piazza, che aumentano giorno dopo giorno, sono un segnale preoccupante da non sottovalutare”.

Mercato e Lavoro
Credit crunch senza fine e crescita continua delle sofferenze: tagliati più di 55 miliardi di euro di prestiti negli ultimi dodici mesi, con le rate non pagate che ora valgono quasi 156 miliardi.
E’ dunque sempre più forte la stretta delle banche sui finanziamenti che nell’ultimo anno sono calati al ritmo di quasi 5 miliardi al mese. Da dicembre 2012 a dicembre 2013 il totale dei finanziamenti al settore privato è diminuito di 55,2 miliardi di euro passando da 1.471,4 miliardi a 1.416,1 miliardi. Una riduzione che interessa sia le famiglie (-7,7 miliardi) sia le imprese (-47,4 miliardi).
Famiglie e imprese che rimborsano con sempre maggiore fatica il denaro ricevuto in prestito: le sofferenze sono infatti passata dai 124,9 miliardi di dicembre 2012 ai 155,8 di dicembre 2013, con quelle delle imprese che valgono 108,2 miliardi e quelle delle famiglie 32,1 miliardi.
Questi i dati principali del Rapporto mensile sul credito del Centro studi Unimpresa, secondo cui le erogazioni degli istituti di credito sono scese, complessivamente, del 3,76% nell’ultimo anno, mentre le sofferenze sono cresciute del 24,71%.
Secondo il rapporto dell’associazione, basato su dati della Banca d’Italia, resta particolarmente grave il quadro dei finanziamenti per le imprese: nell’ultimo anno le aziende hanno assistito alla riduzione dei finanziamenti di tutti i tipi di durata. Sono calati i prestiti a breve termine (fino a 1 anno) per 25,6 miliardi (-7,75%) da 331 miliardi a 305,4 miliardi, quelli di medio periodo (fino a 5 anni) di 5,3 miliardi (-4,23%) da 126,6 miliardi a 121,3 miliardi e quelli di lungo periodo (oltre 5 anni) di 16,4 miliardi (-4,08%) da 403,6 miliardi a 387,1 miliardi. In totale lo stock di finanziamenti alle imprese è sceso da 861,3 miliardi a 813,8 miliardi con una diminuzione di 47,4 miliardi (-5,51%).
“I numeri parlano da soli: il quadro del mercato del credito è drammatico nonostante gli sforzi dei rappresentanti delle banche che negano l’esistenza del credit crunch. Al nuovo Governo che sarà formato dal premier incaricato, Matteo Renzi, chiediamo più impegno proprio per far riaprire agli istituti i rubinetti dei prestiti” osserva il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi.
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