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Debiti Pa: su arretrati imprese perdono 5,5 miliardi l’anno di interessi

Solo nei servizi sono 109.131 (il 3,3% del totale del settore) le imprese in credito con lo Stato.

Mercato e Lavoro
Oltre il danno, la beffa. Ammonta a 69,5 miliardi di euro lo stock di debiti della pubblica amministrazione verso le imprese e vale circa 5,5 miliardi la perdita virtuale di interessi che grava sulle stesse aziende a causa dei ritardi nei pagamenti della pa. Sono oltre 215mila le imprese italiane creditrici dello Stato e degli enti locali, con una media di arretrati pari a oltre 322mila euro: la media degli interessi non incassati da ciascuna impresa è dunque pari a più di 25mila euro l’anno.
Questi i dati di un rapporto del Centro studi di Unimpresa sulla questione dei debiti della Pa, sulla quale in governo di Matteo Renzi ha promesso un ulteriore intervento dopo i 21,5 miliardi già pagati nel corso degli scorsi mesi che hanno portato lo stock di arretrati, dunque, da 91 miliardi a 69,5 miliardi.
Complessivamente, dunque, sul totale delle imprese italiane (4.383.000) il 4,9% è creditore della pubblica amministrazione: 215.493 aziende, insomma, corrono il rischio di licenziare i dipendenti, di chiudere in perdita un bilancio, di avviare una procedure di crisi, di trovarsi in una pericolosa condizione di insolvenza o, ipotesi peggiore, di imboccare la strada del fallimento. Tutto questo per colpa dei ritardi di pagamento della Pa. Lo stock di arretrati, tra Stato ed enti locali, era inizialmente pari a 91 miliardi di euro: le misure dell’Esecutivo varate lo scorso anno hanno sbloccato pagamenti per 21,5 miliardi, ragion per cui, oggi, la montagna di arretrati vale 69,5 miliardi.
Il consiglio dei ministri ha approvato un piano che prevede di saldare, entro settembre, tutto lo stock di debiti. La nuova procedura varata dal Governo stabilisce che tutte le fatture delle imprese verso la Pa saranno caricate su una piattaforma elettronica di certificazione. La Pa potrà pagarle entro 60 giorni, contestarle o certificarle immediatamente. Ottenuta la certificazione, l’impresa potrà cedere il credito a una banca con la formula del pro soluto. L’istituto di credito anticiperà la somma al posto della Pa e poi si rivarrà su quest’ultima. In altre parole, la banca diverrà creditore della Pa sostituendosi all’azienda e subentrando anche nel rischio di insolvenza da parte della Pa.





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