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Milano: effetto Expo per superare la crisi

Stabili le imprese a 286mila, grazie agli stranieri (+6,2%). L’export rallenta. Disoccupazione all’8%. Ma da qui al 2016 si cresce: produzione +1,4% e reddito delle famiglie +2,6%.

Mercato e Lavoro
Effetto Expo o città internazionale? L’economia milanese fa meglio del resto del Paese. Primo dato, il sistema imprenditoriale milanese tiene, con 286mila imprese, invariate in un  anno. Lo fa grazie alle imprese di stranieri. Il tasso di crescita è del +2,1%, contro +0,2% italiano. A Milano va il primato di territorio a più elevata densità produttiva, 228 imprese e 1.171 addetti per km2. 36mila le imprese con titolare straniero, il 12,7%, +6,2%. Qui toccano il picco in Italia e continuano a crescere, +6,2% in un anno.
Milano concentra il 33% delle multinazionali estere che investono in Italia: ce ne sono oltre 3mila, +7% in cinque anni e danno lavoro a 274mila dipendenti. Un milanese su sette lavora per una impresa estera.
Poi ci sono gli scambi. E anche se questi ultimi rallentano (-2,5% l’export e -5,9% l’import), Milano mantiene un primato di apertura internazionale, pari al 64,8%, meglio della media italiana (53,5%) e della Francia (57,7%) doppiando addirittura gli USA (30%). Una apertura nell’ultimo anno sempre più legata ai settori tipici del made in Italy, +7,1% l’export del tessile e abbigliamento e +4,1% l’alimentare. Mentre si aprono nuovi mercati (diminuiscono Cina e Emirati Arabi, crescono Russia, Giappone, Arabia Saudita e Corea del sud).
Ma Milano è gateway internazionale anche grazie ai turisti (7 milioni nel 2013), alle presenze in Fiera (quasi 1 milione di visitatori stranieri) e alla capacità di attrarre studenti stranieri (+16%). In città si concentra il 10% di tutti gli immatricolati stranieri nelle università del Paese, facendo di Milano la 24° città universitaria al mondo.
C’è poi l’effetto Expo: nel periodo dal 2014 fino al 2016 si prevede una Milano che tornerà a crescere, con previsioni del +1,4% per industria e servizi e +2,6% per il reddito delle famiglie.
Quindi, prima di tutto la tenuta. Ma la crisi morde ancora. A partire dalle difficoltà del mercato del lavoro, se nel corso dell’ultimo anno la disoccupazione si è stabilizzata, come un anno fa, sull’8% rispetto al 3,8% del 2008. Un under 30 su cinque oggi non lavora. E sono circa 80mila i 15-29enni residenti che non studiano, non lavorano e non hanno formazione, vale a dire circa 20mila in più in due anni. Colpite anche quelle donne che avevano un lavoro già flessibile, le loro collaborazioni calano del -13%. Penalizzati pure gli occupati immigrati con avviamenti in calo del 14,2%.
Il bilancio del business descrive la fatica delle imprese nell’ultimo anno. Difficile soprattutto per il manifatturiero che ha visto ridursi ancora gli ordini (-1,2%), soprattutto quelli interni e l’attività produttiva (-1%). Ma hanno sofferto anche il commercio (-3,1% il volume di affari) e i servizi alla persona (-6,2%).
I dati emergono dal rapporto annuale “Milano Produttiva”, a cura dell’Ufficio studi della Camera di Commercio 
"Pur tra grandi difficoltà - ha dichiarato Carlo Sangalli, presidente della Camera di commercio di Milano –il sistema economico milanese resiste, ma il numero delle imprese attive, circa 286mila, rimane invariato grazie agli imprenditori stranieri. Preoccupa invece il rallentamento delle esportazioni e soprattutto la disoccupazione giovanile. Oggi un under 30 su cinque non lavora. Nel breve termine contiamo che l'Expo  sia un importante fattore di crescita ma non può essere invocato come il rimedio per tutti i mali. Occorre allora uno sforzo straordinario di istituzioni locali e del governo per sostenere le imprese che in questo momento investono nell'occupazione". 
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