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Banche, Unimpresa: ​a famiglie e imprese -12 miliardi in ultimi 12 mesi

Il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi: “Per istituti utili record con economia in ginocchio”.

Mercato e Lavoro
Rubinetti chiusi e boom di sofferenze nei bilanci delle banche: negli ultimi 12 mesi, da ​settembre 2013 a settembre 2014, sono calati di ​quasi​ ​12 miliardi i finanziamenti a imprese e famiglie​, vale a dire circa 1 miliardo al mese in meno giorno;​ mentre le rate non pagate sono cresciute del 2​2% arrivando a ​sfiorare i 17​6​ miliardi di euro, in aumento di ​​32 miliardi.
La fetta maggiore di prestiti che non vengono rimborsati regolarmente agli istituti di credito è quella delle imprese (126​ miliardi). Le “rate non pagate” dalle famiglie valgono ​oltre 3​3​ miliardi, mentre quelle delle imprese familiari 14,5 miliardi.
​Arrivano a qusi 2​,5​ miliardi, poi, le sofferenze della pubblica amministrazione, delle onlus, delle assicurazioni e di altre istituzioni finanziarie. Complessivamente le sofferenze adesso corrispondono al​ ​1​2​,​45% dei prestiti bancari, in aumento rispetto al 10,​09% di un anno fa.
Alla fine del 2010 le sofferenze ammontavano a 77,8 miliardi: ​in poco più di ​tre anni e mezzo, quindi, sono più che raddoppiate.
Questi i dati principali del rapporto mensile sul credito del Centro studi Unimpresa, secondo cui nell’ultimo anno le banche hanno tagliato i finanziamenti al settore privato per complessivi ​11,9 miliardi (-0,​84%).
Secondo lo studio dell’associazione, basato su dati della Banca d’Italia, in totale le sofferenze sono passate dai 1​44​,​5​ miliardi di ​settembre 2013 ai 17​6,​8​ miliardi di ​settembre 2014 (+​22​,​52​%) in aumento di 32​,3​ miliardi.
Nel dettaglio, la quota delle imprese è salita da 99​,1​ miliardi a 12​6,​5​ miliardi (+2​7,​70​​%) in aumento di 27,​4 miliardi. La fetta relativa alle famiglie è cresciuta da ​30​,​8​ miliardi a 33,​1 miliardi (+​7​,​47%) in salita di 2,​3​ miliardi.
Per le imprese familiari c’è stato un aumento di 1,8 miliardi da 12,​6 miliardi a 14,​5​ miliardi (+14,8​4​%). Le “altre” sofferenze (pa, onlus, assicurazioni, fondi pensione) sono passate invece da 1,​8 a 2,​5 miliardi (+36​,18​%) con 669 milioni in più.
“Siamo di fronte a un paradosso: le banche italiane si avviano a chiudere l’anno in corso con utili alle stelle, mentre il credito alle imprese non arriva e l’economia italiana continua a essere in ginocchio” commenta il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi.
“I primi due gruppi bancari del Paese – aggiunge Longobardi – hanno chiuso il periodo gennaio-settembre 2014 rispettivamente con un utile netto di 1,2 miliardi (+88% sul 2013) e di 1,8 miliardi (+81% sul 2013). Si tratta di traguardi importanti di cui bisognerebbe rallegrarsi perché banche sane e profittevoli possono ben operare sul versante della cosiddetta economia reale. Tuttavia, i dati parlano chiaro: i finanziamenti, sia quelli alle aziende sia quelli alle famiglie, sono in costante calo, seppur con lievi accenni di miglioramento, e l’auspicata ripresa dell’economia fatica a materializzarsi”. Secondo il presidente dell’associazione “in un contesto che resta drammatico, l’unico settore che pare non sentire gli effetti della recessione è quello bancario dove i margini di guadagno, evidentemente realizzati con la finanza e non col credito, sono sempre eccellenti”.
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