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VMworld Europe 2015: la parola d’ordine è unificare cloud e applicazioni

Le nuove tecnologie sono microserver, Linux container e componenti open source

Tecnologie
BARCELLONA - L’infrastruttura IT aziendale deve avere la medesima agilità offerta dal cloud (pubblico). Per il dibattito interno a ogni organizzazione i servizi offerti dai reparti IT devono avvenire sulla base di una attività di brokeraggio per impedire che le linee di business si rivolgano verso i servizi cloud di tipo pubblico in particolare AWS). Per questo VMware affronta direttamente la struttura a silo che ancora caratterizza le organizzazioni. Ma non si pensi a sistemi o verticalizzazioni. Quando parla di silo VMware per bocca del suo COO Carl Eschenbach parla addirittura di cloud che -privati, pubblici o gestit - sono ormai diventati a loro volta dei compartimenti stagni. Anche le applicazioni lavorano ancora a compartimenti stagni. Ci sono applicativi tradizionali e applicazioni emergenti create ex novo che in Vmware chiamano cloud native application. E poi il grande tema della farraginosità dei device alle prese con contenuti e applicazioni. L’unica soluzione possibile per VMware che aggiorna in occasione di VMworld Europe 2015 le sue proposte di mercato si chiama One Cloud, Any Application, Any Device.
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Il messaggio nuovo è “unified hybrid cloud” con creazione di applicazioni a loro volta definite ibride che migrano, si sviluppano e si testano a piacere sia sul cloud privato che sul cloud pubblico. Il collante sono le reti virtualizzate (grazie NSX) e la gestione unificata Gli strumenti sono l’uso abbondante delle tecnologie a container e di OpenStack. Obiettivo per le aziende: avere a disposizione un'architettura IT che permette loro di essere innovative come una startup, ma con un processo di delivery delle applicazioni da enterprise consolidata.
Lungo questa linea si muovono i più’ recenti annunci di prodotto europei che complementano quelli dei mesi scorsi. Elencando, si tratta prima di tutto di vCloud NFV, virtualizzazione delle reti per la trasformazione verso il cloud dei Communications ServiceProvider (per l’ Italia si fanno i nomi di Telecom Italia e Clouditalia) .La piattaforma di gestione del cloud ibrido si chiama VRealize, ed ecco dunque con disponibilità a fine anno sia di vRealize Automation 7 che di vRealize Business 7. Queste novità, insieme al rilascio di VMware vRealize Operations 6.1 e VMware vRealize Log Insight 3 nel terzo trimestre 2015, rappresentano un completo rinnovamento della piattaforma di hybrid cloud management di VMware.
La piattaforma di cloud management di VMware combina le capacità delle soluzioni di cloud automation, cloud operation e cloud business management in un'unica soluzione integrata. Offre uno stack di gestione completo per il Software-Defined Data Center che consente all'IT di erogare servizi unificati alla velocità del business, ma con il controllo dei costi e l'efficienza necessari. L'integrazione tra la piattaforma e l’infrastruttura e i servizi aiuta i clienti ad adottare più facilmente un’architettura Software-Defined Data Center.Infine vCloud Air, la piattaforma per il cloud ibrido unificato, migliora con l’adozione sistematica della tecnologia a container per gli appalicativi.
VMware annuncia inoltre piani per il supporto esteso di vSphere Integrated Containers e l’anteprima del progetto Michigan, che fornisce ai clienti consumo pay-as-you-go di cloud private virtuali e IT self-service su vCloud Air. I clienti accederanno a Virtual Private Cloud elastici on-demand con accesso a migliaia di macchine virtuali (si pensi a un sistema come Netflix) su base pay-as-you-go. I Virtual Private Cloud utilizzano Hybrid Cloud Manager e Advanced Networking Services su un cloud dedicato, garantendo la sicurezza e il networking. Ma le nuove applicazioni cloud native richiedono secondo Vmware una piattaforma totalmente ripensata .
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Accanto a un'estensione della tradizionale piattaforma vSphere compare la nuova piattaforma Photon che si basa su Photon OS (una distribuzione Linux di Vmware). Si tratta di una piattaforma "diversa” da vSphere, una vera e propria Photon Machine, che realizza un “microvisor” basato su ESX che comprende Photon OS. Si integra con Cloud Foundry di Pivotal e con una se rie di cloud pubblici anche non VMware con la velocità di un fotone.
Per le utenze che vogliono partire ex novo per il proprio cloud defined data center è disponibile la soluzione convergente EVO SDDC.
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