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I database dei clienti non sono affidabili?

Secondo un'indagine realizzata da Experian, il 79% delle aziende ritiene che, nel 2020, la maggioranza delle decisioni commerciali dipenderà dalla qualità dei dati a disposizione.

Trasformazione Digitale
Le aziende sembrano aver ben compreso il potenziale dei dati per lo sviluppo delle proprie attività. Il 79% delle realtà analizzate da Experian Marketing Services, per uno studio che ha coinvolto 1.400 aziende su scala mondiale, ritiene che la maggior parte delle decisioni commerciali dipenderà dai dati sui clienti già entro la fine di questo decennio.
All'opposto, oggi non sembra esserci molta fiducia sulla qualità delle informazioni disponibili. Oltre il 91% del campione, infatti, sospetta che il proprio database dei clienti e prospect contenga degli errori. Il sondaggio evidenzia, in effetti, che mediamente un quarto dei dati appare inesatto. Le imprecisioni più ricorrenti riguardano l'incompletezza o l'assenza delle informazioni necessarie, così come doppioni, incoerenze e presenza di materiale obsoleto. Il 23% delle aziende ha dichiarato di aver perduto business a causa di queste inesattezze.
Per il 75% del campione, l'e-mail a rimane il canale di marketing più utilizzato, ma in questo contesto, il 73% ha lamentato incidenze negative sul business a causa dell'imprecisione dei dati a disposizione. Oltre ai mancati introiti, le aziende citano un mediocre servizio alla clientela, l'incapacità di comunicare con i propri interlocutori e la presenza di costi inutili come altri effetti riferiti alla cattiva qualità dei dati.
Il 65% delle aziende si attende di incappare in errori specifici prima di prendere misure necessarie per risolvere i problemi e non sono produttive nella gestione dei dati. L'errore umano, la carenza di risorse e strategie inadeguate di gestione figurano in cima alla lista delle principali cause della cattiva qualità dei dati.
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