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La trasformazione digitale investe la supply chain

Big Data, simulazione e cloud figurano fra le tecnologie più citate dagli addetti ai lavori come vettori dell'evoluzione in corso.

Cloud
La trasformazione digitale della supply chain e ormai avviata. Parecchia strada resta ancora da percorrere nella maggior parte delle imprese industriali e del retail, ma il processo è ormai in corso e appare irreversibile.
Le considerazioni emergono da uno studio realizzato da Gt Nexus per CapGemini su un campione di quasi 350 dirigenti di grandi imprese in 20 paesi. Il 52% degli interpellati, tuttavia, riconosce di avere al momento ancora poco accesso ai dati ricavati dalla catena logistica estesa.
Il 48% dei manager afferma di ricorrere a strumenti tradizionali, come il telefono, il fax o la e-mail, per comunicare all'interno della propria supply chain. Quanto al cloud, appare ancora poco utilizzato in quest'ambito è solo il 6% ha spostato sulla nuvola la maggioranza delle proprie applicazioni.
Al di là di dati che testimoniano come sia ancora acerbo il processo evolutivo, appare chiaro che le aziende industriali e del retail coinvolte nell'indagine abbiano ben identificato le tecnologie vettori della trasformazione digitale della supply chain. In testa ci sono Big Data e Analytics (90%), seguiti da simulazione (81%), cloud (80%) e, in maniera più estesa, le soluzioni che migliorano la visibilità sulla catena logistica (94%).
L'elemento comune di tutte queste tecnologie e la condivisione delle informazioni per facilitare i processi decisionali. Big Data, analytics e simulazione trasformano informazioni gregge in dati sfruttabili, mentre il cloud viene interpretato come un paradigma tecnologico orientato a far cadere le barriere per creare un accessibilità universale ai dati ovunque ci si trovi.
Quali sono i risultati attesi da queste evoluzioni nei prossimi anni? Nel prossimo lustro, in base allo studio, il 54% delle imprese stima di aver accesso alla maggioranza dei dati ricavati dalla supply chain estesa e il 68% aggiunge di essere in grado anche di analizzarli (contro l'attuale 23%). Il 92% indica, inoltre, che disporrà allora di una quantità molto più importante di informazioni per comparare e valutare le prestazioni dei loro fornitori rispetto a quanto accade oggi.
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