Nel 75% dei casi si tratta di imprese manifatturiere, con una larga prevalenza del comparto metalmeccanico.
Sono più di 200 le imprese che si sono aggiudicate il contributo riservato dalla
Camera di commercio di Reggio Emilia ai processi di internazionalizzazione delle micro, piccole e medie aziende.
Il bando camerale del marzo scorso – che ha stanziato
un milione di euro - prevedeva due differenti misure di intervento. La prima, destinata a sostenere la partecipazione collettiva a fiere all’estero organizzate da
ICE–Agenzia o alla partecipazione a fiere all’estero e a manifestazioni internazionali in Italia; la seconda, relativa ai servizi specialistici acquisiti dalle imprese e finalizzati alla definizione di strategie per l’internazionalizzazione.
Oltre 200, come si è detto, le aziende inserite nella graduatoria stilata dalla Camera di commercio. Nel 75% dei casi si tratta di imprese manifatturiere, con una larga prevalenza (40%) di quel comparto metalmeccanico che detiene il primato settoriale sulle esportazioni reggiane. Molto buona anche
la presenza del commercio (17%) e dei servizi (6%).
“Fra i dati più interessanti – sottolinea
il presidente della Camera di commercio, Stefano Landi – spicca quello che vede ben 6 imprese su dieci caratterizzate da un fatturato che si lega per la quota minoritaria alle esportazioni; questo significa che si sta ampliando la platea delle aziende che guardano con interesse crescente a quei mercati internazionali che, da soli, valgono quasi il 60% del valore aggiunto provinciale”.
“Un secondo aspetto molto significativo – prosegue Landi – è poi rappresentato dal fatto che il 26% delle imprese destinatarie dei finanziamenti ha meno di 10 addetti; si tratta, dunque, di una buona quota di microimprese, la cui competitività è indubbiamente legata a forti elementi di innovazione sui prodotti immessi nei circuiti internazionali”.
“L’attenzione riservata al bando a sostegno dell’internazionalizzazione – conclude Landi – conferma una propensione all’export tipicamente reggiana e primaria risorsa per il nostro tessuto economico e sociale. Basti pensare, al proposito, che le imprese vocate all’export hanno retto molto meglio alla crisi e, tuttora, esprimono una più alta propensione allo sviluppo dell’occupazione; il 36,9% delle imprese esportatrici, infatti, prevede nuove assunzioni, quota che è di 20 punti superiore a quella espressa dalle imprese non esportatrici, posizionate su un comunque più che buono 16,7%”.
La graduatoria delle imprese che si sono aggiudicate il contributo è consultabile sul sito della Camera di Commercio.
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