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Le nuove sfide del cloud computing

Sui servizi cloud Oracle vuole fare la differenza

Se il cloud non è più una semplice moda

L’annuncio del completamento della sua Cloud Platform da parte di Oracle può essere interpretato secondo tre chiavi di lettura: la prima di mercato, la seconda di tipo finanziario interno alla azienda e la terza di tipo tecnologico con una mappatura sulla condizione del sistema impresa italiano La chiave di attacco al mercato è chiara nelle affermazioni del presidente - ma soprattutto CTO - Larry Ellison che l’annuncio può aiutare a calmierare il settore dei servizi cloud e accelerare la migrazione al cloud delle grandi imprese. Le attività  cloud di Oracle viaggiano a un tasso di fatturato di 2,3 miliardi di dollari all’anno. L’ultima trimestrale mostra una crescita del 29 percento per i servizi cloud della società , che tuttavia rappresentano il 5 percento del suo fatturato totale. La tecnologia on-demand, sottostante il paradigma del cloud computing, genera revenue on demand. Oracle, per essere performante in termini di risultati economici deve perciò attendere che il mercato trovi un suo rinnovato equilibrio. Safra Catz, Co-Chief executive di Oracle, ha affermato:i nostri clienti sono focalizzati sul cloud e lo stesso vale per la nostra forza vendita. La conversione sta avanzando rapidamente. Per Oracle il cloud è un fattore di crescita a fronte di un calo del 17 percento delle licenze da software. Ma se il passaggio è in qualche modo obbligato dall’attenzione delle imprese per le tecniche di cloud computing in tutte le sue modalità, l’annuncio della Cloud Platform indica che la transizione (o la conversione) di Oracle da vendor critico sul cloud a convertito al cloud è ormai completa. Una semplice testimonianza deriva dalla raffica di prodotti e servizi (ben 24 di piattaforma e di infrastruttura) che forniscono alle imprese ogni strumento possibile per far girare in cloud (ibrido) le loro attività . Oltre che dagli investimenti da parte della società californiana in nuovi data center ridondati anche in Europa. La speranza di Ellison è che le aziende possano godere di una totale capacità di provisioning e migrazione delle loro applicazioni tra il data center privato e il cloud di Oracle. Se il cloud non è più una semplice moda, i rivali di Oracle sono meno SAP e IBM e più i player del cloud puro e pubblico come Salesforce (software) e Amazon (infrastruttura). E a poco a poco Oracle si afferma anche come fornitore di servizi cloud ora che tutto è a posto per i punti fondamentali dell’economia del cloud. 
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  Ma - come rileva Luigi Scappin, Technical Sales Consulting Director presso Oracle Italia - i servizi di questa piattaforma cloud si rivolgono ad aziende presso le quali la societˆ trova meno interlocutori nello staff IT e più nelle linee di business. La trasformazione digitale è dirompente anche nei rapporti interni alle aziende. La trafila burocratica interna alle imprese può essere estenuante. Si crea una certa confusione interna alle organizzazioni chela tecnologia cerca di risolvere. Alla fine la nuova piattaforma cloud di Oracle dˆ modo alle aziende di mettere in atto attività che non sono limitative per la parti in gioco, anzi fornisce strumenti in grado di seguire modelli di business dinamici. D’altro canto le incursioni dei dipartimenti non IT nell’area del cloud pubblico riconducono un poi a un problema di governance dell’IT che ricade sul reparto tecnico. In Italia in particolare sono in atto progetti sulla piattaforma cloud di Oracle che ne mettono in luce anche una caratteristica particolarmente apprezzata, quella di partire da moduli in grado rispondere almeno al 70 percento delle attese di progetto e poi permettere una estensione anche ad altri strumenti di terze parti. Quasi una modalità intelligente di rinnovare il ciclo continuo dello sviluppo delle applicazioni: un continuo di beta testing che ha lo scopo di creare sviluppo applicativo, ma attraverso strumenti tecnologici maturi e raffinati. La transizione di Oracle dal cloud critico a un’offerta completa può  considerarsi terminata. I ventiquattro servizi appena presentati, infatti, integrano diversi strumenti che necessitano alle aziende per effettuare le loro operazioni sulla nuvola, colmando alcuni buchi soprattutto in ambito PaaS e IaaS, per consentire alla casa di Larry Ellison di confrontarsi in modo più diretto con i player puri del comparto. Con il completamento della Cloud Platform, diventa ora possibile migrare tutti i carichi di lavoro on premise, anche se non sono di origine Oracle. Quest’ultimo passaggio è stato reso possibile dagli ultimi aggiornamenti. Un accento particolare è stato posto sui servizi di gestione dei dati e di elaborazioni su grandi volumi, con novità che riguardano sia Exadata sia NoSql sia ancora l’allineamento a Hadoop e Spark. Importante anche l’insieme di servizi che consentiranno alle imprese di sviluppare ed eseguire applicazioni mobili direttamente a partire dal cloud di Oracle, così come un servizio di integrazioni che consentirˆ di combinare diverse applicazioni aziendali in sistemi completi. La gamma si completa con vari servizi on-line per la pianificazione delle risorse di impresa, la gestione della user experience, delle risorse umane, delle performance aziendali e della supply chain. Infine, sono stati aggiunti anche servizi di integrazione applicativa per gestire ambienti ibridi, on-site e cloud, oltre a interconnettere applicazioni SaaS, attraverso il middleware Oracle Soa. Da notare come il completamento della gamma sia da ritenere importante soprattutto sul fronte IaaS, con l’evidente intento di andare a sfidare direttamente Amazon Web Services.