L'evoluzione del networking secondo HP

L’acquisizione di Aruba Networks da parte di HP è la dimostrazione di una ormai inevitabile convergenza tra enterprise networking e wireless networking in un mondo dove i driver del business sono fortemente condizionati da fenomeni quali Mobile, cloud, big data, social, IoT.
Un’azienda come HP, che mira a soddisfare le esigenze complessive di connettività di una dimensione aziendale, non può non avere capacità di soddisfare esigenze eterogenee, wireline e wireless, che sono ormai una costante in tutti gli ambienti d’impresa.
Per HP significa unificare l’infrastruttura di swtiching e router con la componente mobile, un’operazione che racchiude in sé una grande sfida e, insieme, una grande opportunità.
Gli utenti devono poter accedere alla rete e ai servizi correlati ovunque si trovino, indipendentemente dal tipo di connessione, wired o wireless.
Le soluzioni LAN wireless devono poter offrire alle aziende una rete unificata affidabile, flessibile e agile in grado di aumentare la produttività, ridurre i costi e supportare l'innovazione basata sui dispositivi mobili.
La tecnologia di Aruba, putualizza Stefano Brioschi, Category Manager HPN Italy at HP Italia, apre la strada alla possibilità di realizzare servizi in cloud.
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Un’opportunità che può portare una serie di vantaggi in tutte quelle aziende che vogliono disporre di tecnologia innovativa abilitante nuovi processi di business senza dover accollarsi l’onere della gestione.
Un IT as service, quindi, che si rivela ricco di opportunità per un gran numero di aziende che non hanno un’organizzazione IT in grado di poter traslare on premise nuova tecnologia abilitante nuovo business. L’evoluzione della dimensione wireless, va di pari passo con l’evoluzione del più tradizionale layer dell’enterprise networking.
La virtualizzazione, in questo ambito, ha definitivamente imposto una diversa impostazione architetturale, in grado di generare più efficienza, migliore operatività, riduzione generalizzata dei costi creando i presupposti per il passaggio a un IT as a service.
“La dimensione poco o nulla contaminata dall’ondata di innovazione tecnologica del data center – ha affermato di recente Mike Banic, vice president global marketing networking di HP - è stata quella del networking e questo costituisce un limite che deve essere superato".
Nell'opinione di Banic la corporate cloud, privata o pubblica, e la pressione cui è soggetta l’infrastruttura di networking in virtù di nuove applicazioni e servizi, determina una richiesta di elasticità nella gestione del traffico e una migliore risposta in termini prestazionali e di quality of service.
"Il networking del mondo enterprise non appartiene più al mondo del client-server, -aggiunge Banic.- Le problematiche di gestione del workload e della differente allocazione di banda, prioritarizzazione del traffico e riduzione dei tempi di latenza, devono oggi essere risolte con una diversa concezione del networking".
Quale? Quella che trae ispirazione dal Software Defined Networking, o SDN, un’architettura di networking che consente un disaccoppiamento logico-fisico tra il data layer e il control layer.
Con SDN significa, in definitiva, risolvere la complessità attraverso la stessa logica di astrazione con cui è stata concepita l’evoluzione di server e storage. I driver all’affermazione di un nuovo modello di networking (Fonte ONF) sono quelli di fatto enunciati dall’Open Networking Foundation.
Mike Banic sottolinea il ruolo da protagonista che HP sta interpretando in questa dimensione tecnologica. “E’ un progetto evolutivo su cui stiamo lavorando da lungo tempo e riteniamo di avere nei confronti delle altre aziende un vantaggio competitivo. L’intera architettura di rete deve essere programmabile e l’intera nostra proposta basata su OpenFlow va in questa direzione".

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