Scenari per la comunicazione aziendale

Wildix, la comunicazione unificata globale

Un progetto che nasce in Italia e si sviluppa grazie alle competenze software e industriali che l’azienda ha trovato in Ucraina e Cina

Wildix è un’azienda multinazionale attiva nel campo delle tecnologia di Unified Communications e prodotti VoIP. Con sede a Trento ha un fatturato di 6 milioni di euro ed è presente in Italia, Francia, Germania e Olanda. Tutto è nato nel 2001 sull’onda dell’open source come racconta l’amministratore delegato Stefano Osler che ImpresaCity Magazine ha intervistato utilizzando il sistema di videoconferenza in cloud che Wildix ha da poco sviluppato in collaborazione con Google:”All’inizio degli anni duemila abbiamo provato a sviluppare un centralino telefonico, ma ci siamo scontrati con la mancanza di un tessuto industriale adeguato. Non esistevano le competenze, avevamo le idee ma non avevamo gli sviluppatori. Il tutto è andato avanti fino al 2004 quando abbiamo avviato un’indagine conoscitiva nell’Europa dell’Est. Alla fine le competenze le abbiamo trovate in Ucraina, dove esistevano ed esistono ancora software house tedesche, americane e norvegesi che sviluppano software per grandi gruppi. Aziende che occupano migliaia di programmatori con forti competenze nello sviluppo di prodotti di rete con competenze allineate alla nostra tipologia di prodotto”.

Ucraina, nasce Wildix
Un percorso originale…. Riprende Osler:” Devo dire che l’idea è nata un po’ dalla disperazione di non riuscire a trovare chi potesse sviluppare prodotti di questo tipo. Ecco, quindi, che confrontandosi con persone che conoscevano aziende che avevano iniziato a delocalizzare in Ucraina siamo venuti a conoscenza di una realtà che poteva fare al caso nostro.
Oggi contiamo in Ucraina, a Odessa, un gruppo di circa 50 persone. La direzione è comunque rimasta in Italia. Noi ci mettiamo le idee e il progetto loro si occupano dello sviluppo software. Tutto open source, certo. Nulla di particolare, tutti i progetti open source nascono ormai in questo ambito. L’open source è un po’ diventato il vero terreno di coltura del software”.
La connection cinese
Il vero salto del progetto, dice Osler, è avvenuto nel 2009 quando abbiamo finalmente iniziato a commercializzare in Italia Wildix, il nostro sistema di comunicazione unificata: “Abbiamo avuto successo, ma presto ci siamo accorti che era necessario avere un hardware coordinato. La nostra idea era utilizzare periferiche standard utilizzando il protocollo SIP che ormai si imponeva rapidamente come standard di mercato”. Ecco allora che nasce l’idea di trovare un partner industriale per la realizzazione di un hardware dedicato. Tutto questo ha portato la società in Cina dove ha trovato produttori in grado di supportare il progetto:”Anzi, inizialmente siamo andati a Taiwan ma presto ci siamo resi conto che le aziende taiwanesi stavano iniziando a delocalizzare in Cina e in Cina siamo approdati. Il partner industriale da noi selezionato ha risposto pienamente alle nostre esigenze permettendo di rendere disponibile un sistema all’altezza delle nostre aspettative”.
Sviluppo e mercato globale
La decisione di avere un sistema di sviluppo software e di produzione delocalizzato è stata presa per riuscire ad avere una struttura di costi il più possibile bassa? La risposta: “Il nostro percorso non è tanto stato dettato dalla volontà di acquisire risorse a basso costo, sia per quanto riguarda lo sviluppo software sia per quanto riguarda l’aspetto industriale. Diciamo piuttosto che abbiamo individuato per ciascuno dei due segmenti le competenze migliori, competenze che sono disponibili in alcune aree geografiche globali come per l’appunto Ucraina e Cina. L’industria dell’hardware è in Cina, in Italia c’è poco o nulla così come in gran parte d’Europa. I produttori rimasti sono ormai in declino e occorre quindi ispirarsi a modelli d’impresa diversi. Il fatturato è ora di 6 milioni di euro, il 70% deriva dal mercato italiano il 20% dalla Francia e il 10% dalla Germania. Lavoriamo solo attraverso un canale indiretto di installatori telefonici e system integrator. Modello che è stato esportato successivamente in Francia, Germania e ora anche in Olanda. L’idea è di espanderci in un nuovo Paese ogni due anni, I prossimi saranno Spagna e poi UK”.
Opportunità di mercato
Il target di riferimento è la piccola e media azienda ma anche grandi clienti hanno adottato le soluzioni Wildix. Un esempio è quello di Autostrade Italiane. Presso tutti i caselli è installato un sistema collegato sua volta a un sistema centrale che coordina tutte le attività, installazione che è dedicata gestire l’emergenza in caso di alluvioni, terremoti e quant’altro: “Il nostro cliente è mediamente un’azienda da 50 utenti, ne abbiamo poi migliaia fino a 10 persone e centinaia dalle 500 in su”. Esistono ancora spazi di opportunità in questo mercato? “La maggior parte delle installazioni sono ancora dell’epoca tecnologica precedente, dice Osler. Esiste ancora un 50% di mercato potenziale. Le stime di cui siamo in possesso parlano di un 30% di aziende che hanno già proceduto alla sostituzione di vecchi PBX. C’è poi da dire che esiste un mercato di sostituzione e aggiornamento molto vasto, basti pensare ai primi prodotti VOIP installati, che come tutte le cose nuove hanno un ciclo di cita che non supera i 4 o 5 anni. Complessivamente lo considero un mercato dinamico ancora ricco di opportunità. Offrendo UC e videoconferenza riusciamo a fare anche molto upselling. A un cliente acquisito tre anni fa possiamo offrire l’integrazione con SalesForce piuttosto che a Office”.
Il cloud
Oggi è stata avviata una nuova fase, quella del servizio in cloud. E’ il futuro della comunicazione unificata e della collaboration come dimostrano i casi di Google e Microsoft. L’offerta di Wildix in cloud è nata da una collaborazione con Google che rende disponibile la connettività Internet attraverso suoi data center in Svezia. Google ha la rete Internet più capillare e dà garanzia di una buona qualità di servizio. L’interconnessione Google in Svezia è migliore e più veloce di un’interconnessione tra due operatori in Italia e i risultati lo dimostrano in pieno. Il cloud, spiega Osler, diventa il vero terreno di scontro. Da una parte esiste la competizione dei classici operatori telefonici, come Vodafone, Fastweb e Telecom, dall’altra esiste la competizione Google e Microsoft che offrono i loro servizi di collaboration.“Il mercato diventa sempre più competitivo perché la competizione è globale. Per il tipo di prodotti e servizi che offriamo non temiamo tanto la concorrenza dei grandi operatori, riprende Osler.Temiamo piuttosto quelle aziende, soprattutto USA, che fino a 5 anni fa praticamente non avrebbero potuto lavorare in Europa e ora invece sono ben presenti”. Un esempio è quello di RingCentral, principale player di servizi in cloud negli Stati Uniti, ora provider globale.
Costi
Qual è il valore dell’investimento? Per le piccole aziende, spiega Osler, partiamo da 10 euro utente al mese, Non serve altro che un PC e uno smartphone, dispositivi che tutti ora utilizzano. Se poi si vuole acquistare il telefono da scrivania il costo è di 100 euro una tantum. Wildix ha annunciato il telefono di nuova generazione che supporta la video conferenza, un sistema Android dotato di tastiera che sta iniziando a riscuotere un grande interesse da parte delle aziende. il sistema web-based di videoconferenza Wildix WebRTC WP600ACG oltre alla condivisione di presentazioni e file consente l’accesso a utenti esterni al sistema, in videoconferenza dal loro PC o in audio dal loro telefono. Grazie all’utilizzo della tecnologia WebRTC e al sistema operativo Android il dispositivo offre all’utente le massime prestazioni in termini di sicurezza e di velocità. Il display da sette pollici e il tastierino fisico lo rendono un telefono estremamente ergonomico, mentre l’utilizzo dell’interfaccia Wildix Collaboration Mobile, con lo stato di presence dei colleghi e le rubriche condivise, permette l’accesso a tutte le funzionalità di Unified Communications.