Confesercenti: "Aumento della povertà conseguenza anche della chiusura di molte imprese"
Povertà, Confesercenti: "Autonomi e operai i più colpiti. Miglior politica sociale resta il ritorno alla crescita".
Autore: Redazione ImpresaCity
"I dati sulla povertà delle famiglie italiane diffusi dall'Istat sono allarmanti. Sebbene la percentuale sia rimasta stabile, infatti, in termini assoluti rispetto al 2008 sono ben 100mila in più le persone al di sotto della soglia di povertà relativa". A dichiararlo è una nota della Confesercenti che ha commentato così i dati dell'Istat sull'aumento della povertà in Italia. "Un enorme disagio sociale su cui pesano sempre di più le chiusure di molte imprese e il conseguente aumento della disoccupazione. Non dimentichiamo, infatti, che con la chiusura, solo nei settori di commercio e turismo, di più di 132mila imprese nel 2011 e di oltre 79mila nei primi sei mesi di quest'anno, non si sono distrutti solo lavoro e imprenditorialità, ma si sono creati migliaia di disoccupati. Oltre a chi non ha un lavoro, sono sempre più colpite anche alcune categorie di occupati in particolare: l'incidenza della povertà relativa cresce infatti per gli operai, per i quali passa dal 15,1% del 2010 al 15,4% del 2011, e pure per gli autonomi (da 7,8% a 7,9%). Le cose vanno male soprattutto per i lavoratori in proprio: per loro l'incidenza cresce dal 10,7% del 2010 all'11,2% dello scorso anno. Si tratta dell'aumento più vistoso tra gli occupati. Quando il disagio sociale ed economico colpisce il lavoro nel suo complesso, da quello dipendente e quello autonomo, è il momento di invertire la tendenza con misure forti che riducano la chiusura di imprese, rilancino la crescita economica e raffreddino le tensioni sociali".
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