Lo sviluppo del
quantum computing segue
diversi fronti ma il limite fondamentale resta sempre lo stesso: la realizzazione di chip che contengano un numero più elevato di
qubit - l'unità di elaborazione base del computing quantistico - e che consentano di utilizzarli con relativa semplicità. I qubit sono infatti elementi
molto instabili che devono operare a temperature vicine allo zero assoluto e qualsiasi interferenza fra loro o con l'ambiente circostante porta a una perdita di dati.
Ora Intel ha fatto un importante passo avanti in questo sviluppo presentando un nuovo chip che contiene
ben 17 qubit e che è stato creato con una architettura innovativa per aumentare le prestazioni dei sistemi quantistici. Il chip ora sarà usato dall'olandese QuTech, che insieme a Intel porta avanti alcune ricerche sul quantum computing. Intel ha tra l'altro sottolineato che ora è in grado di
produrre "con regolarità" chip contenenti quibit per il quantum computing.
Quello appena presentato dispone di una nuova architettura interna che
riduce le interferenze radio tra i qubit e ne migliora l'affidabilità. Ha anche un nuovo sistema di connettori in oro che lo collegano ai sistemi esterni, sistema che permette di trasmettere da dieci a cento volte più segnali da e verso i qubit rispetto ai chip convenzionali analoghi. Intel ha anche lavorato per adattare i suoi processi e i materiali per il packaging ai chip quantistici, che sono realizzati con processi a scala molto maggiore rispetto ai processori tradizionali.
QuTech userà il nuovo chip per testare il funzionamento in parallelo di più qubit e in generale per lo sviluppo di uno
stack completo di componenti per il quantum computing. Non solo chip, quindi, ma anche software e applicazioni. Da parte sua Intel mira anche a sviluppare chip con
forme diverse di qubit, in particolare gli spin qubit che - si spera - potranno essere prodotti con processi simili a quelli usati per la produzione di transistor.