Il
cloud ha cambiato molte logiche che sembravano immutabili nella gestione dell'IT. Anche temi apparentemente molto meno trendy come
il backup e la protezione dei dati rientrano in questa evoluzione e andrebbero considerati in un'ottica innovativa. È il punto da cui è partita l'americana
Rubrik, che sta crescendo decisamente nel segmento del backup e della data protection e che sta sperimentando l'interesse dei clienti potenziali anche in Italia, dove è presente
dall'inizio del 2017.
L'approccio di Rubrik parte dal concetto di backup ma è in realtà più ampio e destrutturato, pensato da zero per gli ambienti virtualizzati e in cloud verso cui le imprese si stanno orientando. L'elemento peculiare della sua piattaforma
Cloud Data Management è che si basa su funzioni di auto-discovery degli elementi da proteggere (essenzialmente database e macchine virtuali) e non prevede i classici job programmati di backup. La piattaforma permette invece di definire RPO (Recovery Point Objective) per le macchine virtuali e SLA di retention per i dati, gestendo in maniera trasparente e automatica le operazioni di
snapshot e migrazione dei dati e dei metadati (da/verso risorse on-premise
e/o cloud) in modo da rispettare questi RPO e SLA. Il tutto con le opportune funzioni di
cifratura.
Dal punto di vista degli utenti
l'attenzione si sposta quindi dal controllo delle operazioni di backup alla verifica degli obiettivi di disponibilità di dati e applicazioni, elemento concettualmente più chiaro. Il fatto poi che dati e VM possano essere spostati in maniera indifferente alla sorgente e alla destinazione rende la piattaforma Cloud Data Management più di uno strumento di backup: è un mezzo per garantire, in piena
logica DataOps, che i dati siano
disponibili là dove servono. Le applicazioni e i dati sono quindi slegati dalla loro sorgente originale e possono anche essere migrati da un ambiente cloud a un altro, purché compatibili.
È un approccio - spiega
Cristian Meloni, Country Manager Italy - che può lasciare perplessi i classici backup manager aziendali ma che ha un deciso appeal su CIO e CFO, promettendo da un lato di semplificare un processo - la data protection - che appare sempre complesso e dall'altro di
ridurre i costi riducendo il numero di dispositivi hardware necessari alla tutela dei dati. L'implementazione standard di Cloud Data Management è attraverso una
appliance che opera in automatico, ma a seconda dei casi si può scegliere una implementazione del solo software su un server proprio, come macchina virtuale nello stesso ambiente virtualizzato del cliente o in cloud.
Grazie a questi vantaggi Rubrik si avvia a chiudere il primo anno di attività in Italia con
diversi clienti già in produzione, in particolare nei comparti PA, industria e service provider. Ma la tecnologia della software house americana "
va bene per qualsiasi settore verticale perché le problematiche della protezione dei dati sono trasversali", spiega Meloni. E non guasta che la piattaforma possa anche essere un tassello per affrontare la
GDPR, dato che per molti aspetti (controllo degli accessi, profilazione degli utenti, gestione delle policy, cifratura) ne rispetta i principi.
I buoni successi nel mondo PA richiederanno probabilmente la creazione di una
filiale a Roma già nel prossimo anno. Resta confermata la scelta del distributore unico (
Exclusive Networks) a cui fanno capo vari
partner locali. "
Quattro o cinque sono più focalizzati e hanno fatto di Rubrik la componente tecnologica fondamentale di alcune loro soluzioni, mentre un'altra dozzina circa la considera un elemento comunque importante", commenta Meloni.