Anche i vendor vivono una loro digital transformation, non solo le
aziende utenti di tecnologia.
Avaya negli ultimi anni ne ha vissuta una particolarmente importante che l’ha vista trasformare la sua offerta, per la parte di unified communications, da componenti essenzialmente hardware ad
elementi quasi solo software e, man mano, sempre più orientati al
cloud. La concretizzazione più evidente di questa evoluzione sta nella piattaforma
Equinox, un ambiente per le comunicazioni unificate lanciato verso la fine del 2016 e che si caratterizza per una
concezione “agnostica” rispetto sia alle forme di comunicazione (telefonia, collaborazione web, audioconferenze, video) sia ai terminali (desktop, portatili, tablet, smartphone) sia alle forme di implementazione (classiche e in cloud).
Uno degli effetti collaterali positivi nello sviluppo di Equinox è che la piattaforma può finalmente sdoganare la diffusione della
comunicazione video nelle imprese. Che non è certo una novità ma che ha sempre vissuto dei limiti, non solo tecnici. “
Il video oggi non si può scindere dalle comunicazioni unificate - spiega
Simone Bini, Collaboration Sales Leader Europe di Avaya -
e attraverso una piattaforma integrata si semplifica l’esperienza utente. Si ha un unico strumento che si adatta a quello che si vuole fare e in questo modo si rimuove quella che è stata la vera barriera alla videoconferenza sin da questo è stata inventata: la percezione di qualcosa di separato dal resto delle comunicazioni aziendali”.
L’
integrazione è il tratto distintivo di Equinox. La piattaforma abilita le funzioni di chiamata, messaging, conferencing e collaborazione e le mette a disposizione, insieme a funzioni trasversali come la gestione dei contatti, a client di vario genere. Il singolo utente può usare quello con cui si trova meglio, dal classico telefono sino alla huddle room passando per le app mobili, sapendo che sono comunque garantiti elementi “fondanti” come la persistenza delle sessioni di comunicazione anche passando da un client all’altro. Quando le funzioni di base di Equinox non bastano, la sua
piattaforma di sviluppo Breeze permette di personalizzarle o verticalizzarle.
L’altro tratto peculiare di Equinox è l’essere una piattaforma
virtualizzata, quindi la si può implementare classicamente nel datacenter aziendale ma anche fruirne in modalità “as a Service” attraverso un grande cloud provider o ancora presso un partner di canale Avaya per una installazione di private cloud. E proprio l’apertura al cloud e l’estendibilità di Equinox stanno portando a una
evoluzione anche del canale dell’azienda, che storicamente fa la stragrande maggioranza (90-95 percento) del suo business attraverso i partner.
Resta certamente confermato il ruolo dei partner classici, quelli che vengono dal mondo delle comunicazioni unificate e che raccolgono dai grandi system integrator alle realtà più piccole. Le novità stanno nell’apertura dei programmi di canale agli
operatori cloud, per intercettare le aziende utenti che vogliono
spostare in cloud le comunicazioni unificate. In questo senso il programma di canale Avaya per il 2018 comprende tre tipologie di
specializzazioni: Cloud Specialist, Avaya Delivery Partner o Cloud Wholesaler.
A Equinox possono dedicarsi anche realtà prima poco collegate ad Avaya, ossia le
software house. Questo perché l’azienda punta molto sulle possibilità di personalizzazione e ampliamento delle funzioni di Equinox che sono garantite dal SDK Breeze. “
Questo - sottolinea Bini -
è un elemento chiave che rende Equinox una piattaforma aperta non solo perché la si può collegare ad esempio con qualsiasi sistema di videcomunicazione ma anche per la possibilità di interfacciarsi via API con dispositivi anche molto particolari”. Anche, come è stato il caso di un progetto statunitense, con la
sensoristica degli ascensori per gestire meglio le chiamate di emergenza.