Questa potrebbe essere la settimana decisiva per capire se
TIM ha o meno intenzione di
scorporare la propria infrastruttura di rete fissa, un'opzione sul tavolo da qualche tempo e che è tornata prepotentemente d'attualità con la scalata di Vivendi al controllo della società italiana. La rete TIM è infatti considerata una infrastruttura
critica nazionale e il suo ruolo strategico non si adatta bene a un controllo francese. Per questo, come
sottolinea Reuters, il
Piano Industriale 2018-2020 che dovrebbe essere delineato già domani dal
nuovo Amministratore Delegato Amos Genish potrebbe comprendere anche questa opzione.
Peraltro è assai improbabile che in questi giorni venga già presa una decisione definitiva sulla possibile separazione. La rete fissa di TIM è un asset di notevole valore (si stima circa 15 miliardi di euro) e Genish ha già indicato che la società
non intende cederne completamente il controllo. Tra le opzioni possibili c'è anche una
separazione più netta fra le attività di TIM e la rete, senza però uno scorporo totale.
Genish nei prossimi giorni potrebbe limitarsi a presentare le possibili
linee di sviluppo della rete, ottenendo un mandato formale per esplorarle nel prossimo futuro. Dal punto di vista normativo TIM non ha comunque alcun obbligo a separarsi dalla sua rete, avrebbe ribadito Genish di recente nel suo
primo incontro con i sindacati.