L'Amministrazione Trump cancella con un colpo di spugna la regolamentazione del traffico internet che obbligava i fornitori di connettività a garantire
uguale velocità di accesso ai propri servizi a chiunque, senza discriminare in base alla tipologia di traffico o alla capacità di spesa di singoli utenti e aziende. E' la fine della net neutrality e della rete democratica. Vale la logica che chi più paga ha diritto a un servizio migliore o privilegiato.
Ci vorrà però del tempo per notare i primi effetti della decisione della Federal Communication Commission (Fcc), tra cui il principale sarà la possibilità per i provider di
offrire servizi a pacchetto, come avviene ad esempio per le pay tv. Colossi come Verizon e At&t potrebbero prevedere un bundle “social media” e consentire l’accesso a Facebook e Twitter solo pagando una quota aggiuntiva al proprio abbonamento.
Ma questa è solo una delle tante novità, decisamente negative, che potrebbero prospettarsi ai clienti statunitensi. Ma il cambiamento approvato dall’authority a stelle e strisce potrebbe anche riflettersi sull’
Unione Europea, la quale si è dotata di
un regolamento analogo a quello della net neutrality americana: un insieme di norme che, col tempo, potrebbe essere modificato in seguito alle pressioni delle lobby del Vecchi Continente. Si vedrà .L’unica eccezione è rappresentata dal Portogallo, in cui alcuni Isp offrono già oggi accesi pacchettizzati su diversi livelli. Non è comunque detta l’ultima parola nemmeno negli Usa. Secondo alcuni analisti,
si potrebbe ora aprire una fase confusa perché il provvedimento della Fcc potrebbe essere impugnato dalla magistratura, con la motivazione che il nuovo regolamento non sia stato motivato in modo adeguato.
Inoltre, è difficile che i service provider decidano di limitare la velocità di erogazione (il cosiddetto throttling) di servizi popolari come Netflix, da sempre contraria (come Google, Amazon e altri) all’abolizione della neutralità della Rete. Sarebbe
un intervento a gamba tesa e il probabile avvio di una guerra tra i giganti tecnologici che non gioverebbe a nessuno. Il dubbio principale riguarda per ora le startup, che non dispongono dei giusti mezzi finanziari per emergere in un mercato molto competitivo.