Microsoft ha preannunciato già qualche tempo fa che nel 2018 attiverà su
Azure ambienti virtualizzati usando lo
stack software VMware. Più in dettaglio, dopo aver lanciato il
servizio gratuito Migrate per spostare carichi di lavoro Vmware sulla nuvola di Azure, ha reso disponibile in versione
preliminare una soluzione bare-metal che permette di eseguire tutto lo stack di virtualizzazione VMware su hardware Azure.
Uno sviluppo che va decisamente
contro le alleanze che VMware ha sviluppato per realizzare un servizio identico, principalmente su AWS ma anche coinvolgendo altri nomi come IBM, OVH, Rackspace, Virtustream e CenturyLink. Tanto che già all'epoca dell'annuncio (fine novembre)
Ajay Patel, Senior Vice President Product Development Cloud Services di VMware, aveva espresso la sua perplessità in un post.
Ora questo post
è stato aggiornato nei contenuti e non cambia nella sostanza. VMware
non può impedire a Microsoft di sviluppare il nuovo servizio Azure ma ha tutte le intenzioni di sottolineare che
non si tratta di una soluzione supportata da VMware. Anche se parallelamente
Corey Sanders, Director of Compute per Azure,
spiega che Microsoft sta "
favorendo il dialogo con VMware e i partner VCPP (VMware Cloud Provider Partners)".
Un confronto è comunque in atto. Microsoft sta coinvolgendo alcuni VCPP nel realizzare l'integrazione di VMware su hardware Azure e ha scelto, come si legge nei post, di farlo
usando i sistemi Flexpod di NetApp, su cui ha puntato anche VMware. Questo dovrebbe garantire la compatibilità dello stack software VMware con l'hardware ospitato su Azure. VMware da parte sua sottolinea che collabora strettamente con AWS per il funzionamento ottimale del suo stack in ambienti di cloud ibrido e multicloud. E
non fa lo stesso, si legge tra le righe, con Microsoft. Almeno per ora.