Già alla fine del 2016 Microsoft aveva spiegato che le architetture hardware convenzionali stavano diventando un limite nella
gestione virtualizzata del networking in Azure, rendendo necessari approcci diversi. Ora la casa di Redmond ha dato concretezza a quella visione
rendendo disponibile su Azure l'opzione
Accelerated Networking, associabile a qualsiasi macchina virtuale Windows o con le distribuzioni più recenti di Linux.
L'opzione di Accelerated Networking offre alle macchine virtuali di
"vedere" un throughput di 30 Gbps (al massimo) nelle comunicazioni di rete e, soprattutto, una
latenza molto bassa e costante. Questo è possibile perché la gestione delle funzioni di Software-Defined Networking di Azure sono passate dalle CPU dei server alle cosiddette
SmartNIC, moduli basati su FPGA invece che su normali ASIC.
Il vantaggio derivante dall'adozione di FPGA per la parte di gestione delle funzioni di rete virtualizzate è duplice, secondo Microsoft. Innanzitutto in questo modo le CPU dei server sono
scaricate di calcoli comunque "importanti", recuperando così potenza di calcolo per le macchine virtuali. Da un punto di vista più tecnico, poi, il fatto che le FPGA siano programmabili permette di creare un collegamento diretto
tra le policy di rete e l'hardware che instrada il traffico. Inoltre le SmartNIC possono essere "istruite"
anche per altri compiti, come la cifratura del traffico o la gestione delle QoS.
L'utilizzo di
acceleratori esterni alle CPU per alcune funzioni del cloud è sempre più esteso, almeno per quanto riguarda i principali cloud provider. AWS
ha già presentato ad esempio alcune applicazioni pratiche derivate da
Nitro, una architettura in cui le funzioni di networking sono delegate ad ASIC sviluppati in autonomia (grazie all'acquisizione di Annapurna.