Mentre molte aziende pensano alle evoluzioni della
smart mobility guardando soprattutto alla guida autonoma,
Qualcomm e i suoi partner hanno deciso di concentrarsi su un aspetto più infrastrutturale. Hanno infatti avviato in Giappone i test per la
comunicazione diretta fra veicoli su rete mobile, un approccio siglato C-V2X (
Cellular Vehicle-to-Everything) che si basa tra l'altro - e necessariamente, data la necessità di latenze minime nelle comunicazioni tra veicoli - sulle
evoluzioni del 5G e anche di LTE-A.
I test portati avanti in Giappone da Qualcomm, Continental, Ericsson, Nissan, NTT DoCoMo e OKI servono principalmente a
validare i possibili casi d'uso delle comunicazioni dirette tra veicoli in movimento. Questo tipo di comunicazioni è pensato come un
ausilio alla guida che permette di ricevere informazioni sullo stato del traffico e su eventuali condizioni di emergenza anche per tratti stradali che non sono ancora visibili, perché distanti o perché coperti da ostacoli. In questo senso è un aiuto che affianca altri sistemi come radar o telecamere poste sul veicolo.
I test di Qualcomm si muovono in due direzioni parallele. La prima riguarda le
comunicazioni C-V2X in senso stretto, quindi quelle dirette tra un veicolo
e altri "interlocutori" che possono essere in primis altri veicoli (Vehicle-to-Vehicle, V2V) ma anche l'infrastruttura stradale (Vehicle-to-Infrastructure, V2I) o i pedoni (Vehicle-to-Pedestrian, V2P). Queste forme di comunicazione diretta possono anche
prescindere dall'esistenza di una rete cellulare che copra tutti gli interlocutori.
La seconda direttrice dei test riguarda invece proprio le comunicazioni che si basano su una rete cellulare tradizionale. Non sono quindi comunicazioni dirette in senso stretto ma un dialogo fra il singolo veicolo e una generica
rete di servizi in cloud (Vehicle-to-Network, V2N). Può trattarsi di servizi di infomobilità come anche di servizi collegati alla sicurezza dei veicoli e dei passeggeri.
I test hanno principalmente lo scopo di
raccogliere informazioni sui vari casi d'uso, valutando tra l'altro i livelli di latenza e copertura garantiti dalle nuove tecnologie cellulari. I dati raccolti saranno
condivisi con gli enti di standardizzazione e gli enti governativi, in modo che possano rientrare nel
processo di evoluzione del 5G e delle sue applicazioni.