Qualità, risultati e valore sono secondo Deloitte le tre parole chiave per l'
evoluzione anche tecnologica della Sanità nel prossimo futuro, a partire da quest'anno. Si tratta in fondo di tre aspetti di uno stesso
scenario in evoluzione che vede due forze apparentemente opposte: da un lato i pazienti richiedono servizi di assistenza sempre più efficaci e personalizzati, dall'altro le realtà pubbliche e private che erogano assistenza medica devono sempre più
giustificare le loro spese.
Le due tendenze si possono fondere, spiega Deloitte, solo con lo
sviluppo di una "smart healthcare" che usi le nuove tecnologie, in vari campi, per
migliorare il livello di assistenza senza far esplodere i costi.
In quest'ottica smart healthcare
non significa solo adottare nuovi prodotti e tecnologie nelle attività di diagnosi e cura. C'è anche quello, ovviamente, ma Deloitte mette in evidenza altri aspetti metodologici come un maggior dialogo e scambio di informazioni tra chi fa parte del processo di assistenza medica, un ruolo più attivo dei pazienti nel piano di cura, una
razionalizzazione nella gestione dei dati clinici, una generale maggiore efficienza di tutta la parte di healthcare.
Le forze dietro questa evoluzione non sono solo tecnologiche. Per molti sistemi di assistenza pubblici e privati
i margini operativi sono un problema non rimandabile e la situazione non migliorerà in futuro, anche per il progressivo invecchiamento della popolazione. Questo ha tra l'altro spostato l'attenzione verso le attività di prevenzione e verso le cure
al di fuori delle strutture tradizionali, ad esempio a casa del paziente. Parallelamente c'è però una tendenza contrastante a mettere in campo sistemi di diagnosi e cura sempre più sofisticati per migliorare il livello, anche percepito, di assistenza.
Deloitte ha identificato
dodici "exponential technology" con cui affrontare questo scenario e rendere l'assistenza medica meno costosa, più efficiente e più accessibile (anche logisticamente) per i pazienti. Sono tecnologie a vario tasso di adozione che spaziano dalla nanotecnologia alla genomica, da
blockchain alla realtà aumentata, dall'additive manufacturing alla robotica passando per il cognitive computing.
Saranno principalmente queste le tecnologie che dovranno man mano essere integrate nelle infrastrutture ospedaliere, un mercato con investimenti che globalmente supereranno gli
8.700 miliardi di dollari nel 2020.
Oltre alle tecnologie "esponenziali" la smart healthcare sarà fatta anche di un
rapporto migliore tra pazienti e strutture mediche. Molti pazienti, specie delle generazioni più giovani, si aspettano
servizi più personalizzati e più comodi, che ad esempio richiedano una visita in ospedale solo quando è davvero indispensabile. Qui giocheranno un ruolo importante tutte le tecnologie che oggi sono usate nella
comunicazione retail multicanale, come i social media e le app mobili, e sempre più altre mirate come la telemedicina e la realtà virtuale o aumentata.
Cambia anche il
panorama della forza lavoro dell'healthcare, un po' perché la smart healthcare richiede competenze aggiutive e molto perché le strutture sanitarie hanno sempre meno fondi a disposizione per aumentare il personale. Come nelle aziende, spiega Deloitte, anche nella Sanità questa dicotomia si può risolvere puntando a una "
augmented workforce" in cui il personale umano sia costantemente affiancato da assistenti digitali
o robotici per svolgere meglio - e con più efficienza - il suo lavoro.