La diffusione dei
servizi cloud è rapida e porta un conseguente aumento nel traffico di rete da e verso la "nuvola", per gli utenti tanto business quanto consumer. Le cifre del
Global Cloud Index di Cisco confermano questo trend, indicando che il volume di dati in transito da e verso i datacenter che offrono servizi cloud, pubblici o privati, nel 2021 raggiungerà i
19,5 zettabyte/anno rispetto ai 6 del 2016.
Le cifre colpiscono per il
tasso di crescita, pari a circa il 27 percento l'anno nel periodo considerato. Ma è forse più rilevante notare che nel 2021 il traffico associato ai datacenter che offono servizi cloud sarà il
95 percento di quello complessivo associato ai datacenter di qualsiasi tipo.
In pratica entro il 2021
la gran parte dell'elaborazione sarà in cloud. Cisco indica infatti che allora il
94 percento dei workload sarà eseguito nei datacenter associati al cloud. Solo il 6 percento in datacenter tradizionali.
È anche una questione di massa critica e di scala. Nel 2016 si contavano 338 datacenter appartenenti ai grandi
hyperscaler che offrono servizi di cloud pubblico. Nel 2021 il numero
salirà a 628 e questi datacenter raccoglieranno il 53 percento dei server, il
69 percento della potenza elaborativa e il 65 percento dei dati di tutti i datacenter mondiali.
Il cloud non sarebbe tanto massicciamente usato se non supportasse
funzioni e servizi richiesti dagli utenti. Le analisi di Cisco in questo senso indicano che a spingere l'aumento del traffico dati tra i datacenter cloud saranno le applicazioni legate ai
Big Data, lo streaming video, i motori di ricerca e i social network.
Poi ci sono ovviamente le
applicazioni in SaaS, sempre il servizio cloud più popolare. Nel 2021 il 75 percento dei workload e delle
istanze di computing in cloud deriveranno da servizi SaaS (nel 2016 la percentuale era del 71 percento). La quota corrispondente ai
servizi IaaS e PaaS sarà molto minore: rispettivamente del 16 percento (21 percento nel 2016) e del 9 percento (8 percento nel 2016).