Prime prove di #Roma5G

Una demo di realtà virtuale segna il debutto dei servizi digitali innovativi che dovranno "distribuirsi" su Roma grazie alla connettività 5G

Autore: Redazione ImpresaCity

Dal lancio dello scorso settembre alla prima dimostrazione effettiva di un servizio innovativo da fruire in mobilità grazie al 5G. Ci sono voluti solo cinque mesi perché il progetto #Roma5G passasse dalla teoria alla (prima) pratica, con l'attivazione del primo segnale 5G a Roma per abilitare una demo di realtà virtuale presso la Biblioteca Fabrizio Giovenale.

L'idea della demo era quella di mostrare concretamente le opportunità offerte dal 5G - grazie a elementi quali l'elevata banda trasmissiva, la bassa latenza e la direzionalità del segnale - come piattaforma abilitante per servizi innovativi da "distribuire" sul territorio. In questo senso realtà virtuale e realtà aumentata sono due applicazioni interessanti per una città come Roma, dove il turismo è una voce importante dell'economia.

Il progetto #Roma5G, che vede in partnership Roma Capitale con Fastweb ed Ericsson, prevede in primo luogo lo sviluppo di servizi appunto a supporto del turismo. In alcuni siti archeologici e musei i visitatori potranno avere accesso ad applicazioni di realtà virtuale e aumentata, ad esempio per "visitare" virtualmente ambienti non più accessibili o esistenti. Progetti di questo genere potranno concretizzarsi già a partire dalla seconda metà del 2018.



Altre sperimentazioni saranno portate avanti nei settori della telesorveglianza e della mobilità urbana. In quest'ultimo settore si pensa tra l'altro a sistemi di Smart Mobility per il trasporto pubblico, che permettano l’analisi predittiva dei guasti dei mezzi pubblici e il tracciamento automatico del viaggio per nuovi modelli di tariffazione dei percorsi.

L'ambito potenziale del progetto #Roma5G è comunque molto più vasto. L'idea di fondo è realizzare attraverso connessioni 5G e WiFi una piattaforma aperta che supporti servizi e applicazioni di varie entità, dalle municipalizzate ai centri di ricerca passando per le aziende private.

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