Per
Huawei l'edizione 2018 del
Mobile World Congress rappresenta simbolicamente l'avvio dell'era 5G. È a Barcellona che l'azienda cinese ha presentato in blocco la sua
offerta trasversale per le reti 5G, che copre cioè tutto quello che va dal terminale sino al core della rete, passando ovviamente per la parte radio ma anche per quella di backhaul.
Il lancio può avvenire ora anche perché - ha spiegato
Chaobin Yang, President of 5G Product Line di Huawei - il "congelamento" degli standard 3GPP 5G Phase 1, la cosiddetta Release 15, permette di iniziare l'implementazione delle
reti 5G pre-commerciali e quindi di estendere le molte iniziative di test che sono state portate avanti a livello mondiale. Ma per supportare queste implementazioni, e a maggior ragione quelle commerciali successive, serve
ripensare a molte parti delle reti mobili e non solo a quella radio, di cui si parla più frequentemente.
Ecco quindi il vantaggio di proporre una offerta 5G trasversale, cosa che Huawei ritiene di essere l'unico vendor a poter fare in questo momento. Anche perché nella visione di Huawei la trasversalità va intesa
a partire dai componenti base sino alle soluzioni complete. E la casa cinese sottolinea in questo caso di progettare in proprio persino i
chipset per le comunicazioni 5G, in particolare l'ultimo nato
Balong 5G01 che indica come il primo chipset commerciale a supportare lo standard 5G Release 15.
Il chipset Balong è al cuore del
CPE (Customer Premises Equipment) 5G che rappresenta la
prima concretizzazione del 5G lato utente. È un terminale 5G per installazioni da interno o da esterno, che offre una banda in download testata sino a 2 Gbps ed è disponibile in due versioni che coprono tutte le bande di frequenza previste dallo standard. Nel
2019 Huawei prevede di lanciare invece
il primo smartphone con caratteristiche analoghe.
Guardando in modo più specifico alle reti degli operatori mobili, l'offerta 5G di Huawei si rinnova nella parte radio delle base station, nella rete di backhaul e in quella di core. Si conferma ovviamente l'approccio che il vendor segue da qualche tempo, con la
separazione dell'antenna vera e propria dalla baseband unit che, sottolinea Chaobin Yang, "
sarà sempre più centralizzata". Il che tra l'altro permette
installazioni più elastiche e la connessione dei siti via fibra ottica in WDM passivo, con un consumo di energia minore e più affidabilità.
La parte classicamente di
backhaul deve per Huawei essere potenziata già ora prima che il 5G si diffonda in massa, in modo da
supportare le richieste di banda. In questo senso le novità sono in prodotti per le connessioni sia IP RAN in fibra ottica 50 Gigabit Ethernet, sia via microonde sino a 10 Gbps. I due approcci
non sono alternativi e si possono anche affiancare.
Per la parte di core network l'idea è quella di avere
una unica architettura cloud per tutte le applicazioni del 5G. È il concetto alla base delle soluzioni
CloudCore di Huawei, in estrema sintesi l'evoluzione della core network degli operatori applicando in maniera estesa i modelli di SDN e NFV. Il tutto, ribadisce Chaobin Yang, restando
aderenti agli standard e garantendo così interoperabilità anche a chi non sceglie di realizzare una infrastruttura tutta Huawei.