Singularity getta un ponte tra container e HPC

Le piattaforme container di norma sono pensate per i microservizi, Singularity invece per gli ambienti di High Performance Computing

Autore: Redazione ImpresaCity

Uno dei componenti più importanti nei vari processi di trasformazione digitale seguiti dalle imprese è senza dubbio la containerizzazione. Questa forma di virtualizzazione si è ampiamente diffusa e "muove" in particolare gli ambienti basati su microservizi, come anche quelli genericamente software-defined a vari livelli infrastrutturali. Non tutti però ritengono le piattaforme container che vanno per la maggiore - Docker, essenzialmente - adatte a tutte le possibili implementazioni.

Fanno eccezione in particolare gli ambienti di High Performance Computing e di calcolo scientifico. Qui i container sono certamente benvenuti ma la logica dei microservizi è molto meno diffusa rispetto all'impostazione tradizionale: eseguire carichi di lavoro che permangono nel tempo e che non si attivano e disattivano molto frequentemente come i microservice.

Partendo da queste considerazioni, circa due anni fa è nata Singularity, una piattaforma container open source pensata in modo specifico per gli ambienti HPC. I principi di fondo sono gli stessi di altre piattaforme per la gestione di container, con però una maggiore attenzione alla sicurezza nell'esecuzione dei workload e alla compatibilità con hardware tipico del mondo HPC (acceleratori GPU, Infiniband, processori Xeon Phi...).



La diffusione di queste tecnologie anche nelle imprese, in particolare per le applicazioni di machine learning e analytics su Big Data, secondo gli sviluppatori rende Singularity di interesse anche per il mondo aziendale e non solo per quello della ricerca. Ma mettere mano alla piattaforma non è semplice, come non lo è sviluppare modelli di business basandosi su software open source.

Ecco perché - e qui sta la notizia - ne è stata sviluppata una versione commerciale (Singularity Pro) che prevede una licenza e soprattutto un'azienda vera e propria (Sylabs) che offre servizi collegati alla piattaforma di virtualizzazione. Alla guida di Sylabs c'è Gregory Kurtzer, il fondatore del progetto Singularity.

Siamo ovviamente ancora ai primi passi di Singularity Pro ed è difficile stimare l'appeal dell'iniziativa per le imprese. Si parte comunque con alcune buone premesse: la compatibilità con le piattaforme principali per l'orchestrazione dei container, il supporto da parte di Azure (in Azure Batch), l'esperienza maturata con le oltre 25 mila realtà utenti di Singularity. E la diffusione costante del concetto di HPC.

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