Il tema di fondo per molte iniziative europee di sviluppo tecnologico è già da tempo la ricerca di una
maggiore competitività grazie alle potenzialità offerte dalle nuove tecnologie. A questo concetto rimandano anche le iniziative che la Commissione Europea ha presentato in occasione del
Digital Day 2018. Come l'anno scorso sono nate collaborazioni internazionali positive in alcuni campi come il
calcolo ad alte prestazioni, così la Commissione spera che il 2018 segni l'avvio di una
maggiore cooperazione comunitaria in alcuni ambiti specifici: intelligenza artificiale, tecnologie blockchain, farmacogenomica e smart mobility.
Come sempre quando si tratta delle iniziative di collaborazione tecnologica internazionale spinte dalla Commissione,
c'è un certo gap tra gli auspici delle dichiarazioni ufficiali e la loro concretizzazione. Le linee guida definite nei documenti del Digital Day 2018 sono ovviamente generiche, poi sta ai Paesi membri "
procedere rapidamente con le proposte legislative ancora in discussione" - nelle parole di
Andrus Ansip, Vicepresidente responsabile per il Mercato unico digitale - e "
contribuire ai nostri sforzi affinché l'Europa resti protagonista sulla scena mondiale nell'era digitale", come ha evidenziato
Mariya Gabriel, Commissaria responsabile per l'Economia e la società digitali.
L'
intelligenza artificiale è in primo piano nella dichiarazione d'intenti siglata dai rappresentanti di 25 nazioni UE, tra cui anche l'Italia. L'obiettivo generale è raggiungere un approccio integrato all'AI a livello comunitario, una
European AI Alliance che favorisca lo sviluppo di
nuove soluzioni. Per questo si intende tra l'altro favorire la collaborazione tra i vari centri di ricerca specializzati in materia, allocare fondi comunitari per lo sviluppo dell'AI e fare in modo che i vantaggi delle nuove soluzioni siano accessibili anche per le PMI. Chiaramente resta di primaria importanza che le applicazioni di AI (quindi anche machine learning e analytics) facciano
un uso "etico" e responsabile delle informazioni raccolte, garantendo i diritti dei cittadini.
Blockchain è un altro ambito tecnologico di particolare interesse in questa fase. Un memorandum siglato da 22 nazioni - ma
non dall'Italia - getta le basi di una
European Blockchain Partnership che prevede varie forme di collaborazione internazionale. L'idea è quella di creare un ecosistema europeo di
applicazioni e servizi blockchain che eviti il rischio di un approccio frammentato in cui ogni Paese segue una sua strada. In questo senso l'elemento interessante della dichiarazione è l'ipotesi di
creazione di una infrastruttura di servizi blockchain che dovrebbe basarsi sulle iniziative già attivate in Europa, per garantire interoperabilità, compliance e sicurezza che, si fa intendere, non sono altrettanto assicurate da "
una pletora di blockchain private non interoperabili".
Sono state in questo senso definite alcune
scadenze. Entro il prossimo settembre vanno identificati i primi servizi digitali pubblici transfrontalieri che trarrebbero vantaggio dall'utilizzo di blockchain, immediatamente dopo (entro fine 2018) vanno preparate le
specifiche tecniche di una infrastruttura blockchain da collegare ai servizi identificati. Per facilitare questo lavoro si ipotizza di inserire blockchain tra le infrastrutture digitali promosse dal programma Horizon 2020, anche per avviare progetti comunitari blockchain
entro fine 2019.
Novità anche per la
smart mobility, o meglio per i veicoli a guida parzialmente autonoma. Lo sviluppo di tali veicoli richiede lunghe fasi di test e quindi la possibilità di avere a disposizione tratti stradali e autostradali coperti da una
adeguata rete wireless per la
comunicazione dati. Vanno testate anche le fasi di passaggio da una nazione all'altra, per garantire che il flusso delle informazioni necessarie ai sistemi di guida sia sempre quello previsto.
A questo scopo sono stati definiti alcuni nuovi
"corridoi 5G" transfrontalieri per testare l'affidabilità delle coperture e delle connessioni 5G per l'automotive. In questo è
coinvolta anche l'Italia e in particolare un tratto autostradale altamente trafficato come il traforo del
Brennero, che vede il passaggio di oltre 60 milioni di veicoli l'anno. Al Digital Day 2018 sono stati annunciati anche altri tre "corridoi": due tra Spagna e Portogallo (le tratte Vigo-Porto ed Evora-Mérida) e uno tra Bulgaria, Grecia e Serbia (la tratta Salonicco–Sofia–Belgrado).
Questi annunci, si spiega, trasformano l'Europa nell'
area sperimentale più ampia al mondo per quanto riguarda l'utilizzo del 5G per la
guida (semi)autonoma. Oltre ai corridoi citati ce ne sono infatti diversi altri già attivi tra Francia, Germania e Lussemburgo (Lussemburgo-Metz-Merzig); tra Norvegia, Finlandia e Svezia (Tromsø-Oulu e Helsinki-Stoccolma-Oslo); tra Olanda e Belgio (Rotterdam–Anversa-Eindhoven).
Nelle nuove iniziative della UE la sanità digitale prende in questo caso il volto della
ricerca farmacogenomica. Questa permetterà di arrivare a cure e trattamenti davvero personalizzati, richiede però una grande quantità di dati clinici e genomici da analizzare, dati che al momento sono sparsi in banche dati nazionali non sempre interoperabili. E resta sempre sullo sfondo la necessità di garantire una
gestione corretta di
dati altamente sensibili come quelli genomici. Per questo è nata una collaborazione specifica tra 13 Stati membri, tra cui
anche l'Italia.
L'obiettivo principale di questa collaborazione è arrivare entro il 2022 a una banca dati europea (federata, non centralizzata) con almeno
un milione di sequenze genomiche. Da qui ad allora vanno definiti i meccanismi di coordinamento tra le varie entità coinvolte ed anche i modelli di governance per garantire accessi sicuri e trattamento "compliant" dei dati clinici. Non manca una parte più tecnica di definizione delle specifiche e degli standard su cui si deve basare questo scambio di informazioni, oltre alla creazione in sé di una
infrastruttura tecnologica e di strumenti per la condivisione e l'analisi dei dati.