IDC: a che punto è la cultura del dato nelle grandi aziende italiane

I quattro gli stadi di avanzamento nel percorso di trasformazione delle informazioni in fattore produttivo e competitivo

Autore: Redazione ImpresaCity

L’impresa che intende affrontare la sfida della trasformazione digitale deve necessariamente evolvere a una dimensione nuova, con una cultura aziendale che sia sempre più centrata sul dato. Ma oggi a che punto siamo? Ovvero, come si posizionano oggi le aziende in Italia lungo questo percorso di gestione del dato come fattore competitivo? Una ricerca di IDC, condotta su un campione di 172 imprese italiane, ha individuato quattro stadi di avanzamento

Quattro stadi
Quasi la metà del campione, per l’esattezza il 43 per cento, si trova al primo stadio: aziende che devono ancora concludere la fase di razionalizzazione dei propri sistemi e della propria strategia digitale, e che dunque ancora non riescono a trarre un vantaggio competitivo concreto dai dati.

Al secondo stadio appartiene il 25 per cento delle grandi aziende italiane: qui il dato viene considerato come uno strumento indispensabile per progredire nei processi di automazione industriale, ovvero rappresenta un valore soltanto se consente di automatizzare meglio i processi.

Nel terzo stadio risiede invece il 23 per cento del campione analizzato da IDC: si tratta di imprese che impiegano i dati per consolidare un vantaggio immediato nei confronti dei concorrenti senza procedere necessariamente attraverso l'automazione, ma migliorando l'efficacia dei processi di pianificazione e controllo.

Infine, allo stadio più avanzato, ovvero il quarto, appartiene meno di una su dieci delle grandi aziende italiane, per la precisione il 9 per cento. Sono le realtà che IDC colloca in una fase profonda di trasformazione, capaci di gestire i dati non solo per automatizzare i processi o migliorare la pianificazione e il controllo, ma per competere sul terreno dell'innovazione a lungo termine

Spostare il focus
Occorre quindi spostare il focus dai big data, dagli analytics o dal machine learning alle decisioni, in modo da sfruttare le informazioni per un vantaggio competitivo che non si esaurisca nell’immediato. Per acquisire quella capacità di impiegare il dato come fattore produttivo attraverso un proprio autonomo processo di trasformazione che oggi è sempre più un fattore chiave di successo. È anche per questo che entro il 2021, prevede IDC, una grande impresa su quattro avrà creato un processo di interpretazione del dato basato su un’ampia articolazione di figure professionali specifiche e indipendenti, per sfruttare nel miglior modo possibile il fattore produttivo e decisionale del nuovo millennio, l’informazione.

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