Il salto dalle linee analogiche e ISDN alla
telefonia IP è un dato di fatto anche in Italia. Questo obbliga aziende utenti e system integrator a confrontarsi con nuove soluzioni e le nuove modalità di lavoro che ne derivano, tra all-IP, comunicazioni unificate, telefonia via cloud e messaggistica. Per non essere sopraffatti dalla pletora di offerte sul mercato, vale la pena di
focalizzarsi su alcuni punti prima della migrazione.
Identificare le reali esigenze
Le moderne telecomunicazioni combinano
più modalità di interazione e dispositivi su una singola rete IP. Oltre al tradizionale telefono fisso vi sono anche la messaggistica istantanea, le conferenze telefoniche o video, l’integrazione di dispositivi mobili, Skype o altre applicazioni per PC per la trasmissione della voce, sistemi CRM e strumenti di collaborazione per attività di gruppo. Bisogna comprendere
quali sono le funzionalità realmente necessarie e quanto sono rilevanti per il singolo utente. Inoltre è necessario valutare soluzioni particolari, come l’adozione di telefoni cordless IP per i lavoratori che hanno la necessità di spostarsi spesso nell'azienda. Senza dimenticare le applicazioni tradizionali, quindi l’integrazione di sistemi CRM preesistenti nel nuovo mondo IP.
Le più avanzate soluzioni UC basate sullo standard SIP supportano nativamente la maggior parte di queste funzionalità, quindi la valutazione della piattaforma più consona passerà da
un esame di eventuali ostacoli all’implementazione: modelli di licensing poco trasparenti, incompatibilità con i sistemi preesistenti o una pressione inappropriata a migrare in cloud... La migrazione su IP non deve obbligare l’azienda a
prendere decisioni affrettate riguardo a quale piattaforma per la comunicazione aziendale e quindi quale infrastruttura adottare.
Occhio alla qualità del servizio
Nelle infrastrutture “tutto su IP”
la velocità e le prestazioni di rete sono essenziali per la fruibilità dei servizi. Per evitare lamentele da parte degli utenti è essenziale che la nuova infrastruttura si basi su un approccio votato alla qualità. Anche la più performante delle linee Internet perde valore di fronte ad una malgestione del traffico voce/dati nella rete IP aziendale. Ove possibile è raccomandabile implementare una
rete virtuale prioritaria per il traffico voce (Voice VLAN), unitamente a switch che supportino il protocollo LLDP-MED. Ciò consente ai terminali IP di autoconfigurarsi per l’accesso alla rete “voce” mentre ai PC di collegarsi alla rete “dati”.
Un’altra discriminante per una buona qualità del servizio è che il router impiegato supporti la prioritizzazione del traffico tramite
DiffServ. La disponibilità di questo meccanismo dovrebbe essere verificata con il carrier o il system integrator. Non da ultimo va verificato il livello di prestazioni del WiFi aziendale: gli smartphone ed i laptop dotati di applicazioni vocali o per l’elaborazione dati necessitano di molta banda sulla rete wireless.
La sfida dell’implementazione
Quando si seleziona un terminale IP è utile tenere a mente il principio del “plug & play”: i dispositivi devono potersi
configurare automaticamente non appena collegati alla rete aziendale. Ciò non significa che l’installazione sia un gioco da ragazzi, l’amministratore di rete deve comunque assicurarsi che questa sia opportunamente configurata, in modo da non bloccare web proxy o pacchetti multicast. Un altro punto da considerare è la
personalizzazione dell’endpoint. Poter impostare configurazioni specifiche per gli utenti interni e remoti tramite una console centralizzata è essenziale per evitare che l’amministratore di sistema venga assediato con problematiche inerenti l’uso dei terminali.
C'è poi la sfida della
sicurezza. Le intercettazioni telefoniche sono da sempre una minaccia, anche se oggi non sono più così facili grazie all’introduzione di numerose tecniche di cifratura per il DECT, la voce, la connessione dati e le piattaforme UC, fino a sistemi di
cifratura impenetrabili da terminale a terminale. Quando si valuta una nuova rete IP altamente integrata è necessario soppesare il livello di sicurezza garantito dalla soluzione e dai terminali a fronte della reale esigenza e del costo.
Fruibilità: troppe distrazioni?
Le soluzioni UC, i telefoni IP avanzati, le applicazioni più moderne e i servizi cloud... tutti promettono un
incremento della produttività ed una semplificazione della collaborazione tra gli addetti. La convergenza delle applicazioni contribuisce a migliorare la coordinazione sui progetti e a limitare la perdita di informazioni, ma è anche possibile che la quantità di informazioni condivise
sovraccarichi l’utente.
Gli impiegati possono davvero concentrarsi sul proprio lavoro se
costantemente interrotti da messaggi istantanei? Il loro status di presenza deve essere visibile a chiunque? Se è più facile raggiungere i singoli impiegati, non li si mette troppo sotto pressione perché ora ricevono comunicazioni a qualunque ora? In fase di implementazione di una soluzione IP è anche necessaria una rieducazione in merito a come gestire il nuovo paradigma fondamentale, ossia la
disponibilità continua ed il monitoraggio degli impiegati.
In generale, la migrazione al mondo “all-IP” rappresenta una sfida per chi è coinvolto nell’implementazione dei sistemi. Non stanno solo cambiando le applicazioni individuali ma anche
l’intera infrastruttura e le modalità operative. Che si tratti di soluzioni UC o dei terminali IP, un’interfaccia utente non complessa e un minimo di formazione semplificherebbero la via verso l’integrazione delle soluzioni per la telefonia IP di nuova generazione. Trovare la piattaforma e i terminali ideali è la vera sfida per le organizzazioni. Si tratta di un processo con così tante variabili da richiedere ai responsabili IT/TLC di
prendersi il proprio tempo e possibilmente di rivolgersi a specialisti.
Fabio Albanini è Head of Sales Southern Europe di Snom Technology