La scommessa che AMD ha deciso di fare puntando sullo sviluppo di processori con un alto numero di core e con una
elevata banda di I/O sta cominciando a pagare in uno dei principali settori per cui era stata pensata: il datacenter.
Diversi produttori hanno scelto di adottare i nuovi processori
AMD Epyc con microarchitettura Zen per realizzare
server a singolo socket che offrono prestazioni analoghe a quelle dei classici - e onnipresenti nei datacenter - server a doppia CPU.
Anche HPE ha seguito questa strada con alcuni modelli di server ProLiant e ora conferma la scelta con il nuovo
HPE ProLiant DL325 Gen10, sottolineando ancora una volta il vantaggio di avere una macchina che con un solo processore - quindi con costi di acquisto e consumi più bassi - offre un livello di performance
allineato con i server dual-socket.
Secondo HPE il vantaggio economico si quantifica in un rapporto prezzo/prestazioni
migliore del 25%, tenendo tra l'altro conto che alcuni software hanno un costo di licenza proporzionale al numero di processori. Anche se in questo senso va ricordato che alcuni software vendor, guardando proprio alle tendenze nello sviluppo dei nuovi processori, stanno passando o sono già passati a un
licensing per numero di core.
Da questo punto di vista i processori AMD Epyc integrano
sino a 32 core. E soprattutto 128 link PCIe e 8 canali verso la memoria, due caratteristiche che insieme contribuiscono ad aumentare le prestazioni dei server che li usano.
La scelta dei processori AMD Epyc è motivata anche dalle loro
caratteristiche di sicurezza. Integrato nel processore - o per essere più precisi, nel SoC - c'è il
Secure Processor, un chip dedicato a funzioni di cifratura e che tra l'altro si occupa anche di verificare il corretto stato del firmware di sistema all'avvio del server. Operando in sinergia con il chip
HPE Silicon Root of Trust, integrato sulla motherboard del server, garantisce che il software di sistema non sia modificato per violare la sicurezza del server.