Ha raggiunto un valore complessivo di
68.722 milioni di euro il mercato digitale italiano nel 2017, con una
crescita del 2,3 per cento rispetto all’anno precedente. Lo ha rilevato
Anitec-Assinform, l’Associazione di Confindustria che raggruppa le principali aziende del settore, che nel suo consueto rapporto annuale ha anche previsto i dati di
crescita per i prossimi anni: 2,6 per cento nel 2018, 2,8 nel 2019 e 3,1 nel 2020.
In sostanza,
il trend discendente degli anni passati è ormai archiviato, sull’onda delle componenti più legate all’innovazione. Guardando i dati più in dettaglio, alla crescita del 2017 hanno concorso tutti i macro-comparti, fatta eccezione per le infrastrutture immateriali, che però hanno tenuto a 22.346 milioni (-0,1%), arrestando un calo che durava da anni. I
servizi ICT hanno raggiunto 11.056,8 milioni (+4%), il
software e le soluzioni ICT 6.626,1 milioni (+5,9%), i
dispositivi e sistemi 18.332,7 milioni (+0,2%), i
contenuti digitali e digital advertising 10.360,3 milioni (+7,7%). L'andamento dei diversi segmenti ha confermato il rallentamento delle componenti più tradizionali e il dinamismo di quelli più legati alla trasformazione digitale dei modelli produttivi e di servizio.
Software e soluzioni ICT, già in ripresa da tre anni, hanno ulteriormente accelerato: è cresciuto molto il software applicativo (4.892 milioni, +8,8%), spinto dal rinnovo e dalle componenti più innovative (piattaforme per la gestione web, IoT, e così via), con una progressione che non si vedeva da un decennio e che ha messo in ombra il calo del software di sistema (-5% a 518,1 milioni). Il middleware (1.216 milioni, +0,1%) ha rallentato la crescita, non per carenza di domanda, ma perché una quota crescente di essa tende a essere soddisfatta in modalità Cloud e di Outsourcing infrastrutturale.
In progresso anche i
servizi ICT, trainati da data center e cloud computing, che nell’insieme crescono del 16,7% a 2.641,8 milioni, con la componente cloud a 1861,8 milioni, in crescita del 23,3%. Segno positivo, fatta eccezione per la sola assistenza tecnica (-1,5% a 707milioni), anche per gli altri segmenti, a partire dall’outsourcing ICT (+0,1% a 3.693 milioni) e dalla formazione (+1,9% a 328 milioni). Buone anche le performance della consulenza (+ 1,5% a 797 milioni) e delle attività di sviluppo e systems integration (+1,3% a 2890 milioni), strettamente correlate all’ammodernamento di applicazioni e infrastrutture e al ricorso a nuovi modelli di fruizione dell’ICT.
“Investire nel digitale è la risposta più efficace per consolidare la ripresa. È un modo concreto per affrontare in modo strutturale la sfida della competitività, innalzando la produttività del sistema-Paese attraverso l’innovazione. I segnali sono buoni, ma bisogna dare continuità, guardando al futuro e ai ritardi da recuperare, con una programmazione tempestiva, incoraggiando le spinte più innovative verso la piena adozione delle soluzioni digitali abilitanti”, ha commentato
Marco Gay, presidente di Anitec-Assinform.