Molte imprese si sono rese concretamente conto di un elemento che i loro CIO probabilmente avevano ampiamente preventivato:
attuare una Digital Transformation non significa semplicemente
acquistare le migliori tecnologie, anche quando esse sono effettivamente indicate per il percorso evolutivo che si è scelto. Ci sono molti altri fattori non strettamente tecnologici che entrano in gioco nella creazione di un “digital business” e poche aziende, spiega ora Gartner, riescono a passare facilmente
dai progetti pilota all’estensione su grande scala delle loro iniziative digitali. Gli ostacoli da affrontare e superare, spiegano gli analisti, rientrano essenzialmente in sei categorie.
Il primo ostacolo è spesso nella
cultura aziendale, quella che
Marcus Blosch, Research Vice President di Gartner, assimila alla “materia oscura” dell’universo perché non si vede in sé ma i suoi effetti sono invece molto evidenti. Molte aziende mantengono
una cultura resistente al cambiamento, che si concretizza in nette separazioni tra le varie aree di responsabilità e in gerarchie rigide. L’innovazione digitale invece richiede una base molto diversa, con team collaborativi e cross-funzionali.
Un secondo ostacolo è strettamente collegato al primo: la
poca volontà di collaborare e di condividere informazioni. È peraltro naturale che molte persone sentano di “possedere” determinati processi, informazioni o sistemi e siano per questo riluttanti a condividere le informazioni che ne derivano. Ma, come accennato, portare l’innovazione digitale in azienda significa spesso
andare contro le abitudini dei dipendenti stessi.
Non è detto poi
che l’azienda sia pronta ad abbracciare la Digital Transformation. Ed è qui il terzo importante ostacolo segnalato da Gartner: anche se il management e il personale sono disposti ad innovare e sono davvero interessati a creare una “azienda digitale”, possono
non avere le competenze o le risorse necessarie. Questo non vuol dire necessariamente archiviare la trasformazione digitale, bisogna però concentrarsi su quelle aree d’impresa che hanno già un buon livello di digitalizzazione,
partendo da queste per poi crescere, anche se forse più lentamente del previsto.
Anche perché, spiega Gartner, se si vuole velocizzare il cambiamento bisogna adottare – ed è un altro ostacolo –
un approccio all’innovazione che può essere molto diverso da quello tradizionale dell’azienda. Idealmente si dovrebbe adottare un approccio fluido in cui persone, processi e tecnologie si combinano liberamente (e si spera creativamente) per creare nuovi prodotti e servizi. Un’azienda con le funzioni IT, vendite, marketing e supply chain nettamente separate, come spesso accade, è più lenta nell’operare cambiamenti.
A volte – quinto ostacolo – è davvero troppo lenta e
non riesce a “mettere a terra” le potenzialità che magari ha anche al suo interno. È un problema spesso organizzativo, causato da processi troppo strutturati e rigidi, e che non ha una soluzione univoca. Ciascuna azienda
deve trovare la sua strada per evolvere e favorire i “digital team” che è riuscita a creare al suo interno.
Tutto questo deve procedere senza farsi travolgere da aspettative esagerate. Serve invece pragmatismo perché – qui sta l’ultimo e forse più importante ostacolo – qualsiasi trasformazione digitale in azienda
non è mai una cosa semplice. Sviluppare nuove piattaforme, cambiare la propria organizzazione, aprirsi alla collaborazione con realtà esterne… Tutto questo richiede tempo, risorse e investimenti, con una
visione a lungo termine.