Sviluppare
sistemi di voto online è considerato da molti come un modo per agevolare la partecipazione dei cittadini alla vita pubblica. Invece di recarsi a votare fisicamente con schede cartacee, si potrebbe votare comodamente da casa e questo potrebbe - secondo gli ottimisti -
aumentare il numero delle persone che partecipano alle consultazioni pubbliche, di qualsiasi tipo.
Ma qualsiasi sistema di comunicazione online è potenzialmente vulnerabile e il rischio di una
violazione dei sistemi di voto online, anche quando ridotto al minimo possibile è sempre troppo alto, date le possibili conseguenze.
Blockchain e i ledger distribuiti
possono essere una soluzione a questo problema? In Giappone pensano di sì: la città di
Tsukuba ha sviluppato un sistema basato su blockchain per permettere ai suoi cittadini di votare online, usando come sistema di identificazione la smart card del sistema My Number, in sintesi l'analogo giapponese del codice fiscale.
Abbastanza appropriatamente, il sistema è stato usato per dare ai cittadini la possibilità di scegliere quali progetti innovativi portare avanti nell'ambito del programma
Tsukuba Society 5.0. Per gestire la votazione è stata creata una
blockchain privata a cui accedere usando l'identificazione via My Number. Ciascun voto è stato
associato al numero di identificazione e registrato nei ledger distribuiti, in modo che non fosse consultabile e modificabile.
Non tutto è andato come previsto, ma il problema principale - molti utenti non sono riusciti ad entrare nel sistema - non c'entra con blockchain: semplicemente non ricordavano la loro password di identificazione. È stato segnalato solo un inconveniente effettivamente legato al voto online: la
difficoltà di capire se un voto era stato conteggiato o meno. Anche in questo caso la "colpa" non sembra essere della tecnologia in sé, quanto della specifica applicazione sviluppata basandosi sui ledger distribuiti.