Le tecnologie
blockchain possono trovare applicazione anche nella
gestione delle reti energetiche, in particolare nel tracciamento degli scambi di energia tra fornitori e, in prospettiva, anche tra privati. Blockchain sarebbe indicato per questo compito perché ha un approccio decentralizzato in logica peer-to-peer (P2P). La stessa decentralizzazione rappresenta il traguardo delle
smart grid, che è sempre stato considerato particolarmente difficile da raggiungere perché la gestione di una rete energetica
delocalizzata e dinamica apre la porta a molte complessità.
Non è semplice gestire un complesso di reti di distribuzione in cui idealmente
ogni consumatore potrebbe anche essere un produttore. E in cui, guardando al futuro, un numero rilevante di "utenze" (i veicoli elettrici, in particolare) non ha una posizione e un numero noti a priori.
Blockchain riduce questa complessità usando ledger distribuiti in cui inserire le
transazioni legate ai singoli scambi di energia, transazioni che non sono contestabili per l'affidabilità dei protocolli blockchain. Questa gestione via blockchain è indipendente dal tipo e dal volume delle transazioni, quindi si può applicare sia negli scambi tra grandi gestori sia in quelli tra privati o piccole realtà locali.
Tra i progetti pilota più recenti che utilizzano blockchain come supporto alle smart grid si segnala il sistema che l'operatore austriaco
Wien Energie sta testando per contabilizzare gli scambi di energia a livello residenziale ne quartiere di Vienna
Viertel Zwei.
A partecipare ai ledger distribuiti qui sono proprio gli elementi della rete di distribuzione elettrica, come ad esempio le postazioni di ricarica dei veicoli o i singoli sistemi fotovoltaici e di immagazzinamento di energia.
Sono direttamente i nodi ad attivare scambi di energia quando necessario (ad esempio quando un veicolo si connette a una postazione di ricarica) ed a scegliere autonomamente con chi "dialogare", secondo
smart contract integrati nella piattaforma blockchain.
Blockchain viene usato anche per gestire la
compravendita di energia a livello locale, nell'ambito del progetto della
Brooklyn Microgrid portato avanti da LO3 Energy. In questo caso l'idea di fondo è che decentralizzare la produzione e il consumo di energia in un complesso di piccole smart grid P2P possa
ridurre gli sprechi e le inefficienze delle reti di distribuzione tradizionali.
Più su larga scala si segnala
PowerLedger, una
piattaforma blockchain che adotta un approccio analogo sul mercato dell'energia in Australia e Nuova Zelanda. PowerLedger misura i consumi di chi partecipa al sistema inserendo
sensori nei contatori, il singolo consumatore decide da chi acquistare energia per un particolare scopo e questo acquisto viene eseguito usando una criptovaluta specifica,
Sparkz.
L'utilizzo di blockchain come piattaforma per il
trading tra grandi operatori appare meno innovativa - manca il concetto del P2P smart - ma ha ugualmente un elevato valore in quanto a semplificazione dei processi. Anche diversi operatori italiani dell'energia stanno partecipando a progetti mirati.
Enel ad esempio fa parte del consorzio
Enerchain, che lavora ad una piattaforma pensata come una sorta di
sistema operativo per lo scambio all'ingrosso di energia.
Da parte sua,
ENI ha partecipato a un altro progetto in cui l'utilizzo di smart contract ha lo scopo di semplificare la parte
burocratica nelle transazioni, automatizzando il relativo scambio di informazioni, comprese quelle verso le autorità di controllo del mercato.
Abbiamo trattato il rapporto tra blockchain e le smart grid in maniera più approfondita nel numero 20 di ImpresaCity, consultabile a questo link.