Mentre l’
asta delle frequenze 5G fa notizia per le cifre da capogiro che sono state raggiunte,
Vodafone fa sapere di aver completato la copertura del 100% dei propri siti 4G con la tecnologia Narrowband-IoT (Narrowband Internet of Things), che permetterà ad aziende e PA di
accedere in anticipo ad alcune delle funzionalità 5G.
Il NB-IoT è uno standard di trasmissione dati su reti cellulari che integra le caratteristiche di una rete Low Power Wide Area (LPWA) con quelle delle reti cellulari LTE 2G, 3G e 4G. I principali vantaggi di questa tecnologia sono: una
forte copertura su vaste aree, anche quando i dispositivi si trovano sottoterra o in ambienti scarsamente coperti, una
maggiore efficienza dal punto di vista energetico, che consente di estendere la durata delle batterie degli oggetti connessi anche oltre i 10 anni, e un
supporto fino a 50.000 dispositivi in una singola cella senza rischi di congestione. Il recente inserimento del NB-IoT all’interno degli standard del 5G da parte dell’ente di standardizzazione 3GPP, assicura inoltre la coesistenza delle due tecnologie, aumentando ulteriormente il ciclo di vita del NB-IoT.
Queste caratteristiche rendono possibili specifici casi d’uso per il
monitoraggio energetico, sanitario, ambientale e strutturale, e aprono nuove opportunità in campi come l’agricoltura di precisione, le smart city e le smart utility. Un esempio in questo senso è l’
accordo tra Vodafone e Apkappa, società del Gruppo Maggioli attiva nel settore delle soluzioni innovative per le smart city, volto a dotare di connettività NB-IoT i dispositivi prodotti da Apkappa, che consentono di
rendere “intelligenti” i contatori meccanici e di telegestire così le reti idriche e di illuminazione pubblica. Nei prossimi cinque anni è infatti prevista un’implementazione di almeno ulteriori 100.000 dispositivi tutti comunicanti in NB-IoT.
Vodafone oggi connette circa 74 milioni di oggetti nel mondo, di cui 9,2 in Italia, numeri che, grazie alla diffusione del NB-IoT su tutto il territorio, continueranno a crescere: una volta a regime, infatti, questa tecnologia consentirà di connettere più di
3 miliardi e mezzo di dispositivi, una cifra oltre
trenta volte superiore al numero di SIM attive attualmente in Italia.