Arm Neoverse, l'attacco di Arm al nuovo datacenter

Con l'architettura Neoverse, Arm punta decisa verso il campo di aziende come Intel e AMD: mettere piede nei server e nei dispositivi chiave del prossimo futuro

Autore: f.p.

"Ci sono più processori Arm nelle infrastrutture che qualsiasi altra architettura": le parole di Drew Henry, General Manager della Infrastructure Line of Business di Arm, possono sembrare persino scollegate dalla realtà a chi guarda il mercato dei processori pensando alla parte più evidente - soprattutto i server - in cui i nomi di rilievo sono Intel e, in seconda battuta, AMD.

Arm fa leva effettivamente su una quota di mercato rilevante (il 30% in volumi, secondo IDC) nella parte infrastrutturale, però con processori che si trovano prevalentemente in dispositivi meno "pregiati" come quelli di networking. Questa però è la base, insieme al sostanziale predominio nel mondo smartphone e tablet, da cui Arm ha deciso di partire per giocarsela davvero con Intel e AMD, con una nuova piattaforma denominata Arm Neoverse.

Arm Neoverse è stata presentata all'evento TechCon e comprende una strategia a medio-lungo termine mirata a conquistare una forte posizione in tutti i comparti del futuro cloud computing: dai dispositivi IoT all'edge computing sino ai server posizionati nei datacenter, dagli elementi di storage ai componenti delle reti 5G.
L'azienda anglo-nipponica sa di avere molta strada da fare, soprattutto nell'immaginario collettivo delle imprese potenziali clienti per il datacenter. Arm Neoverse per questo fa leva sull'evoluzione del mondo digitale, che vede sì il datacenter come elemento cruciale ma anche una progressiva distribuzione della elaborazione delle informazioni a tutti i livelli delle reti. Se così non fosse, spiega Arm, diventerebbe impossibile gestire scenari in cui miliardi di dispositivi dialogano fra loro, trasferiscono informazioni e vanno anche gestiti.

Arm spiega esplicitamente che "il datacenter non è più solo al centro" e si sta estendendo in ambienti dove dimensioni e consumo energetico diventano fattori chiave. Per questo le nuove piattaforme per datacenter devono avere una maggiore densità di elaborazione, minori consumi e più capacità di variare le loro prestazioni in funzione dei carichi di lavoro. Arm Neoverse punta a offrire proprio questo.

In una visione, estremizzata ma nemmeno troppo, in cui "c'è un computer in ogni cosa" - per citare il CEO di Arm, Simon Segars - diventano di colpo importanti i processori e i SoC (Sysyem-on-a-Chip) tipici del mondo Arm: distribuibili in grandi volumi perché a basso costo, sempre più potenti grazie a tecnologie di produzione evolute e a bassi consumi (anche grazie all'approccio Big.Little).
Non che Intel e AMD non conoscano questo scenario, ma il loro focus ultimamente è stato rivolto altrove. Arm intende sfruttare questo vantaggio potenziale e Arm Neoverse è la architettura-piattaforma che nasce per farlo.

Dal punto di vista strettamente tecnologico, Arm Neoverse si basa sullo sviluppo di nuovi chip pensati in modo specifico per i mercati considerati chiave (edge, IoT, mobile, guida autonoma, datacenter, persino HPC) e quindi dotati di un numero sempre maggiore di funzioni mirate per le varie applicazioni infrastrutturali. La promessa è anche quella di incrementare le prestazioni delle varie generazioni di chip del 30% ogni anno: dovremmo vederlo già nel 2019 con la piattaforma Ares a 7 nanometri, poi nel 2020 con la sua evoluzione Zeus e nel 2021 con la Poseidon a 5 nonametri.

Basterà tutto questo per preoccupare davvero Intel e AMD? Nell'immediato no: Arm Neoverse è uno sforzo che non può portare risultati macroscopici in pochi mesi. E in fondo l'ingresso rilevante di Arm nei datacenter è qualcosa su cui si dibatte da anni. Ma l'evoluzione che Arm descrive è reale e potrebbe essere un importante fattore di spinta. Dipenderà anche da come soprattutto Intel farà evolvere i suoi prodotti e risponderà a una esigenza di diversificazione che effettivamente si sta evidenziando tra i clienti.

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