I CIO temono la complessità degli ambienti IoT

Ecosistemi complessi di operatori e diffusione incontrollata dei device IoT impatteranno negativamente sulle prestazioni per come sono viste dagli utenti. Lo indica una ricerca di Dynatrace.

Autore: Redazione ImpresaCity

Le applicazioni IoT sono nel futuro, o già nel presente, di praticamente qualsiasi azienda. Ma questo non vuole per forza dire che tutti i CIO siano ugualmente convinti che la loro impresa saprà assorbire senza problemi le nuove tecnologie IoT. Lo dimostra tra l'altro uno studio di Dynatrace, che ha voluto esaminare proprio la visione dei CIO - un campione di 800 CIO di grandi imprese (oltre mille dipendenti) localizzate in varie nazioni - di fronte alle evoluzioni del mondo Internet of Things.

Dato il campo di attività di Dynatrace, lo studio si è concentrato in modo particolare sugli aspetti legati al rapporto tra sistemi IoT e prestazioni delle reti aziendali. Complessivamente, l'impressione riportata dallo studio è che i CIO temono una diffusione poco controllata e non pianificata dei sistemi IoT. Questa mancanza di controllo impedisce di ottimizzare la combinazione delle infrastrutture tradizionali con quelle IoT, con la conseguenza che le prestazioni di entrambe possono essere deludenti.

La complessità temuta dai CIO è anche legata a quanto si farà complessa la "supply chain" dell'IoT. Poche aziende prenderanno completamente in mano il controllo dei sistemi IoT: la maggioranza si affiderà del tutto o parzialmente a provider esterni di servizi, soprattutto in cloud, come anche a fornitori di connettività. L'interazione tra troppe parti coinvolte aumenta il rischio di avere performance meno che ottimali (lo indica il 52 percento del campione) e anche di capire di chi sia la responsabilità quando qualcosa va storto (73 percento di citazioni).
Ma anche limitando l'analisi alla sola infrastruttura IoT, le preoccupazioni dei CIO non diminuiscono. Uno degli aspetti che desta maggiori perplessità è che le prestazioni dei device IoT che sono nelle mani degli utenti finali diventeranno in un certo senso una questione di immagine, perché contribuiranno alla qualità della esperienza d'uso associata dagli utenti al brand dell'azienda.

In questo senso i CIO temono, ad esempio, che l'aumento nel numero di dispositivi wearable impedisca di garantirne le prestazioni (un aspetto citato dal 64 percento del campione). O che la manutenzione (aggiornamenti del firmware, patch di sicurezza) delle periferiche IoT abbia un impatto negativo sulle prestazioni (62 percento di citazioni)

Trasversale a tutto questo è il timore di perdere il controllo dell'esperienza utente: secondo il 69 percento dei CIO questo accadrà perché i sistemi sono sempre più complessi. Quindi diventa impossibile (lo afferma il 38 percento del campione) mappare l'ecosistema IoT mentre si espande. È una complessità da cui ci si può difendere grazie all'AI e all'automazione: l'84 percento dei CIO punta su questi tasselli per arrivare ad ambienti IoT performanti.

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