Continua il confronto sempre più diretto fra le autorità statunitensi e la cinese
Huawei, un confronto che adesso il Governo USA cerca di estendere ai principali alleati. Lo ha
raccontato il Wall Street Journal, secondo cui esponenti dell'amministrazione statunitense hanno contattato alcune nazioni alleate per chiedere loro di
non utilizzare i prodotti di telecomunicazioni dell'azienda cinese.
Tra le nazioni coinvolte ci sarebbe
anche l'Italia, compresa in questa iniziativa innanzitutto perché gli Stati Uniti non vedono di buon occhio l'utilizzo di prodotti Huawei nelle nazioni dove ci sono diverse
basi militari americane. In questo gruppo ci sono in particolare Germania, Italia e Giappone.
L'Italia è coinvolta anche perché, come molte altre nazioni europee, è
uno dei mercati principali per Huawei. La casa cinese sa benissimo da tempo che la sua espansione negli Stati Uniti è quantomeno problematica, quindi ha scelto di
concentrarsi sul mercato europeo. In questi anni ha sviluppato
rapporti anche molto stretti con le principali aziende di telecomunicazioni europee, motivo per cui la richiesta americana di boicottare Huawei non sembra essere molto convincente.
La recente ratifica di uno dei tanti accordi di Huawei in ItaliaPotrebbe però esserlo, in alcune nazioni. Oggi praticamente solo
l'Australia ha estromesso ufficialmente Huawei dalla realizzazione di parte delle sue infrastrutture di telecomunicazioni. Altri Paesi ci hanno pensato, altri ancora potrebbero essere convinti dal fatto che, se è vero quanto riporta il Wall Street Journal, Washington intenderebbe offrire
aiuti finanziari per lo sviluppo delle TLC nelle nazioni che decidono di non usare prodotti cinesi. Quindi - a pensare male - favorendo indirettamente i produttori americani.
Huawei ha già
indirettamente risposto alle critiche americane
promettendo l'apertura, in Germania, di un "security lab" in cui le autorità tedesche ed europee potranno
esaminare il codice sorgente legato alle sue soluzioni di telecomunicazione. Il confronto tra USA e Huawei è in realtà solo una parte di un più ampio scontro tra Washington e Pechino, che ha colpito anche
altre aziende cinesi.
Aggiornamento: la decisione di estromettere Huawei, almeno parzialmente, dalle proprie reti mobili è stata presa
anche da BT.