Capgemini, due terzi dei servizi pubblici europei sono online, ma la fiducia nell’eGovernment dipende dal rispetto dei dati

Indicazioni positive dalla ricerca annuale “eGovernment Benchmark” per la Commissione Europea, realizzato anche con la collaborazione di IDC e Politecnico di Milano, anche se l'Italia non brilla per alcuni aspetti.

Autore: Redazione ImpresaCity

Per assicurare servizi di eGovernment efficienti ed efficaci per tutti, cittadini e imprese, serve maggiore trasparenza e riutilizzo delle informazioni personali, anche se, complessivamente, i governi europei continuano a migliorare la qualità dei propri servizi digitali. Lo rivela l’edizione 2018, la numero 15, dell’eGovernment Benchmark, studio guidato da Capgemini insieme alla controllata Sogeti e ai partner IDC e Politecnico di Milano. 

Lo studio contiene update sul livello di trasformazione digitale dei governi europei e valuta in che misura il settore pubblico sta prendendo le iniziative necessarie per raggiungere gli obiettivi condivisi di eGovernment. Il report del 2018 comprende anche dettagli sulla disponibilità e la qualità dei servizi digitali presi in esame nel 2016 e nel 2017, come i servizi pubblici per la mobilità, il possesso e la guida di un’automobile, la creazione di un’azienda, la perdita o la ricerca di lavoro. Tramite una valutazione di oltre 10.000 siti web nei paesi dell'UE28+, lo studio rivela che il settore pubblico europeo continua a fornire sempre più servizi online, con un incremento del 13% in quattro anni.  

Complessivamente, le performance dell'eGovernment in Europa sono in costante crescita. Attualmente, la centralità degli utenti si attesta all'82%. Sono anche visibili ulteriori miglioramenti dell’indicatore relativo all’accessibilità da mobile, con sei servizi su dieci (62%) fruibili tramite dispositivi mobili. Inoltre, come emerge dalle misurazioni dell'indicatore eDocuments (63%), un’ampia percentuale di servizi consente ai cittadini e alle imprese di inviare e ricevere documenti relativi al servizio pubblico in formato digitale.  

Guardando più specificamente al nostro Paese, l’Italia è caratterizzata dal più basso livello di “Penetrazione” in Europa: solo il 22% dei cittadini utilizza i servizi online per sottoporre documentazioni alle autorità amministrative pubbliche, mentre il livello di “Digitalizzazione” è vicino alla media europea, con un 58% Italia rispetto al 63% europeo. Per questo, il nostro Paese fa parte di uno “scenario e-Gov non consolidato”, relativo agli Stati che non stanno sfruttando adeguatamente le opportunità offerte dall’ICT. Più in dettaglio, in termini di “Indicatori relativi”, l’Italia presenta un ambiente che rallenta l’efficacia delle azioni di eGov: l’apertura di dati e informazioni (76% Italia rispetto a 72% EU) e la digitalizzazione del settore privato (37% Italia-41% EU) sono quasi in linea con la media Europea, mentre tutti gli altri indicatori, quali competenze digitali, uso dell’ICT e connettività, sono più bassi dei valori europei. In particolare, per gli utenti italiani ci sono ampi margini di crescita nelle competenze digitali e nell’uso regolare di internet. 



Un'ulteriore personalizzazione dei servizi di eGovernment potrebbe contribuire a soddisfare le singole esigenze degli attuali utenti e a espandere i servizi pubblici digitali a una più ampia fascia di cittadini e imprese. L'uso dei dati personali ricopre un ruolo chiave nella personalizzazione dei servizi pubblici: ogni volta che le informazioni personali vengono utilizzate per ottimizzare l'erogazione del servizio, gli utenti richiedono un certo livello di controllo sui dati elaborati. Attualmente, però, l'indicatore sulla trasparenza dei dati personali si attesta al 54%. Il potenziamento dei servizi con l'uso di dati personali è inoltre accompagnato da ulteriori falle in termini di sicurezza: la valutazione sulla sicurezza informatica di circa 3.500 siti web pubblici, introdotta di recente, richiede necessariamente che le amministrazioni pubbliche di tutta Europa garantiscano livelli di sicurezza di base, poiché meno del 10% dei siti web in ambito pubblico europeo ha superato i test effettuati. 

"La proprietà dei dati personali e la cybersecurity sono passate da opzionali a inevitabilmente necessarie. Con la GDPR e altre normative in vigore, le pubbliche amministrazioni dovrebbero adottare la digital security per assicurarsi di entrare a far parte della prossima era di servizi personalizzati e basati sui dati", ha commentato Domenico Leone, Public Sector Director, Capgemini Business Unit Italy.

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